Dopo l’incontro del 14 aprile in Prefettura tra il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e la Cgil di Brindisi, il sindacato ribadisce la sua ferma contrarietà alla chiusura del cracking e al protocollo del 10 marzo. A parlare al termine del confronto è stato il segretario generale della Cgil brindisina, Massimo Di Cesare, che ha espresso delusione per la rigidità del Governo sui contenuti del documento.

Di Cesare: “Quel protocollo non ci convince”

"Abbiamo ringraziato il Ministro per la disponibilità, ma abbiamo anche ribadito con forza la nostra posizione: quel protocollo non ci convince – ha dichiarato Di Cesare –. Abbiamo richiamato l’attenzione sulle indicazioni presentate dalla Regione Puglia nel verbale del 17 marzo e chiesto l’avvio di un accordo di programma per il petrolchimico. Crediamo che il sito di Brindisi possa ancora attrarre investimenti, anche stranieri, e rilanciarsi in una prospettiva di sviluppo industriale".

Occupazione e garanzie per tutta la filiera

La Cgil insiste sulla necessità di un accordo quadro che non lasci indietro nessuno. "Non parliamo solo dei 460 lavoratori diretti – ha sottolineato Di Cesare – ma anche dei quasi 500 della filiera della chimica e di tutto l’indotto. Tutti devono essere garantiti, a prescindere dalla tipologia contrattuale".

La critica al Governo: “Transizione sì, ma giusta”

Nonostante il Ministro dimostri disponibilità al dialogo, si percepisce la chiusura sul piano dei contenuti. "Il Governo va avanti per la sua strada – ha commentato Di Cesare – ma noi chiediamo che vengano inserite parole chiave fondamentali: clausola sociale, garanzie occupazionali e salario per tutti".

Prossima tappa il 2 maggio, ma la tensione resta

Il ministro Urso ha annunciato una nuova convocazione delle organizzazioni sindacali per il 2 maggio, con un focus particolare sull’indotto. La Cgil, intanto, resta vigile e determinata: "Non ci fermeremo finché non sarà stabilito che la transizione industriale deve essere giusta e inclusiva, non una scorciatoia verso la desertificazione produttiva".