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"Il punto fondamentale è che Quota 100 è una risposta sbagliata a un problema vero. In termini di flessibilità, avevamo bisogno di una riforma organica che superasse la legge Fornero. Il grande errore del governo giallo-verde è che ha messo a punto una misura che non riguarda chi effettivamente aveva bisogno di uscire dal mondo del lavoro. Ad esempio, le donne, che non possono andare via con quota 100, perché 38 anni di contribuzione sono davvero tanti per la vita delle lavoratrici, soprattutto per il lavoro di cura che ancora oggi non viene loro riconosciuto. Per non parlare di chi svolge lavori discontinui, che proprio non può mettersi a riposo. Quindi, quota 100 resta una misura parziale, che non bisogna esaurire prima della fine della sperimentazione triennale, ma che comunque vanno riviste le sue lacune più grosse". Così Enzo Cigna, responsabile previdenza pubblica Cgil nazionale, intervistato oggi da RadioArticolo1.
"Per quanto riguarda l'uscita dal mondo del lavoro dei dipendenti pubblici, sappiamo che per loro la finestra si apre più tardi rispetto a quella dei settori privati, e che a fine 2019 saranno problemi seri per gli organici della pubblica amministrazione, peraltro già ora sottodimensionati, dopo che 40.000 addetti andranno in pensione. Nel 2020 la situazione diventerà drammatica nelle scuole e negli ospedali, se non si avvierà un piano di assunzioni altrettanto corposo rispetto ai pensionamenti. Ma in tutta la Pa c'è bisogno di una riorganizzazione e di un ringiovanimento, che parta da un turn over fatto bene", ha affermato il dirigente sindacale.
"In tema di risorse, i conti sulle pensioni non tornano, perché è evidente che la stessa Ragioneria dello Stato ha dovuto fare retromarcia, in quanto delle 973.000 persone previste in pensione con Quota 100, alla fine del triennio se ne saranno andate solo 380.000, stando ai nostri calcoli, ben al di sotto di quelle preventivate dal governo. E comunque l'impatto sui costi sarà sempre importante – 23 miliardi, secondo noi –, ma sicuramente sostenibile, soprattutto perché è una flessibilità di lungo periodo. In ogni caso, alla fine del 2021, avremo un risparmio considerevole per le casse dell'Inps, di quasi 10 miliardi, secondo le nostre stime. Una parte cospicua di questi risparmi, ce lo auguriamo, dovrebbero essere destinati al superamento della 'Fornero', a partire dalle donne e da chi effettua mansioni usuranti o saltuarie. È arrivato il momento di instaurare tavoli veri di confronto di natura tecnica, che prendano in esame anche le pensioni di garanzia per i giovani, che è un punto indicato nel programma del nuovo governo, che la Cgil ha messo in campo da diversi anni nella piattaforma unitaria", ha concluso il sindacalista.