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Il governo torna nel mirino della Filctem Cgil per la gestione della chimica di base. Il segretario generale del sindacato, Marco Falcinelli, ha espresso forti perplessità rispetto alle scelte dell’esecutivo, accusato di incoerenza tra le dichiarazioni di principio e le azioni concrete.
L’Alleanza europea per la chimica
La questione nasce dalla recente firma da parte del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, di un “non paper” sulla chimica in Europa, sottoscritto insieme a Francia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Spagna, Ungheria e Paesi Bassi. Questo documento informale – il “non paper” è un testo che orienta le discussioni politiche senza essere ufficialmente vincolante – ha dato vita all’Alleanza per il rilancio del settore chimico europeo, sottolineando la necessità di mantenere la produzione di sostanze chimiche strategiche all’interno del continente.
Il ruolo della chimica di base nell’industria
Falcinelli ha ricordato come lo stesso ministro abbia riconosciuto il ruolo cruciale della chimica di base per il sistema industriale, posizione ribadita anche nel “Libro Verde” redatto dal ministero come preparazione al futuro “Libro Bianco” sulla politica industriale italiana. Ha poi evidenziato come il documento EU Critical Chemicals Act chieda alla Commissione Europea di garantire la produzione di almeno 15 molecole fondamentali per l’industria chimica, tra cui etilene, propilene, politene, butadiene e benzene. Tuttavia, mentre l’Europa punta a rafforzare il comparto chimico, in Italia si assiste alla chiusura degli impianti di cracking della controllata Eni, con il consenso dello stesso Governo.
Dipendenza dall’estero e rischi per l’industria italiana
“Quindi la chimica è strategica per tutti i paesi ma per l’Italia no” – ha proseguito Falcinelli –. “Per quello che ci riguarda, dovremmo ‘accontentarci’ di acquistare la materia prima dall’estero condannando il paese a un’ulteriore dipendenza. Molti settori industriali italiani che utilizzano la chimica di base saranno costretti ad affidarsi alle incertezze del mercato e alla fluttuazione dei prezzi che ‘trader’ come Eni imporranno. Inoltre, si rinuncia a creare industria e occupazione nel nostro paese. Crediamo che l’intesa raggiunta dagli Stati sulla chimica in Europa sia giusta e la sosteniamo, per questo chiediamo al Governo un esercizio di coerenza tra quello che dichiara e quello che fa in Italia. Se non ci fosse da piangere per il nostro destino industriale – ha concluso il segretario generale della Filctem Cgil – ci sarebbe da ridere”.