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Secondo il Report del Global Gender Gap 2021 ci vorranno 135,6 anni per raggiungere la parità di genere anziché 99,5 anni delineati nel rapporto precedente. Questo peggioramento è stato determinato dagli effetti della pandemia che ha marginalizzato le donne nel mercato del lavoro. Difatti in Italia la contrazione occupazionale con l’effetto Covid ha fatto scendere ulteriormente il dato occupazionale delle donne al di sotto del 50% rispetto ad una media in Europa pari al 62,5%.
Noi della Community Donne 4.0 crediamo che le tecnologie siano leve strategiche di sviluppo professionale e personale per le donne e che queste, se governate all’interno di una progettualità condivisa, possono accelerare la fine del divario di genere e creare le basi per un futuro più inclusivo e sostenibile.
Perché è così importante raggiungere presto la parità di genere
Lo è per la nostra crescita economica. Difatti, se aumentasse l’occupazione delle donne, la Banca d’Italia stima una crescita del Pil di 7 punti. La modernizzazione del nostro sistema economico è attraversata dalla digitalizzazione che permette di rendere più efficiente il nostro sistema produttivo. L’automazione e le nuove tecnologie stanno trasformando il mondo del lavoro e la pandemia Covid-19 ha solo accelerato questa tendenza, ampliando le disuguaglianze e colpendo in modo particolare le donne.
Secondo The Future of Jobs Report 2020 (Wef), la trasformazione digitale da parte delle aziende cambierà compiti, posti di lavoro e competenze entro il 2025. Difatti si prevede che nella maggior parte dei lavori muterà il 40% delle competenze di base e il 60% delle professioni del futuro, ad oggi inesistenti, saranno fortemente legate alle tecnologie.
Quando parliamo di digitalizzazione dobbiamo fare i conti con le competenze. Ricordiamo che secondo i dati riportati dal Rapporto Digital Economy and Society Index del 2020 (Desi-Commissione Europea, 2020) emergono carenze significative nella popolazione italiana. Difatti l’Italia registra livelli di competenze digitali molto bassi rispetto alla media in Europa. Il rapporto delle donne con le tecnologie è ancora più complesso. Difatti la disparità di genere in relazione al digitale è molto elevata. Secondo il punteggio di Women in Digital l’italia è alla venticinquesima posizione tra 28 paesi europei, 12 posizioni al di sotto della media europea. Le donne in Italia registrano la performance peggiore nell’ambito delle “competenze degli utenti in Internet”, difatti il 38% di esse ha competenze digitali di base o poco superiori a quelle di base, rispetto al 45% degli uomini.
Ma dove sono le donne?
Ad oggi sono ancora poche le donne che ricoprono ruoli tech nelle funzioni aziendali. Secondo un recente studio europeo, solo il 17% degli specialisti tech sono donne e solo il 34% dei laureati Stem (Science, Technology, Engineering, Math) sono donne. Il problema di una scarsa rappresentanza femminile nell’ambito delle tecnologie è da ascriversi al retaggio della scuola primaria e secondaria, in quanto nel corso della loro educazione iniziale le ragazze non sono supportate o consigliate a intraprendere lo studio di discipline Stem.
Tutto questo avviene nonostante ci sia un oramai consolidata richiesta dal mercato del lavoro di profili tech che secondo il Wef sono: data analyst scientist; specialisti di intelligenza artificiale e machine learning e ingegneri dell’automazione. In Italia, fra le cinque professioni più richieste, figurano gli esperti di intelligenza artificiale e di machine learning; gli esperti dell’ Iot (Internet of things, ndr); i data analyst,; gli esperti di trasformazione digitale e gli operai specializzati. Fra i ruoli in declino troviamo invece gli operatori di data entry, i ruoli amministrativi; gli impiegati dell’area paghe e contributi; i manager dell’ambito business service e amministrazione, ruoli ad alta connotazione femminile.
Quindi se da una parte diventa centrale incentivare la formazione Stem per facilitare l’ingresso al lavoro delle giovani donne, dall’altra diventa altrettanto importante garantire l’accesso a sevizi di reskilling e upskilling alle donne già occupate per una riqualificazione professionale attraverso politiche integrate private-pubbliche per far fronte alle trasformazioni in atto nei processi produttivi. Non solo per evitare nuove marginalizzazioni al lavoro delle donne, ma soprattutto per renderle protagoniste di questo processo di cambiamento.
In questo scenario salvaguardare la diversità e le donne nel mondo del lavoro assume un ruolo importante, in quanto permette di progettare soluzioni in grado di valorizzare la molteplicità delle visioni e creare maggiormente valore grazie alle diverse prospettive.
Questa rivoluzione industriale porta con sé i semi di un profondo cambiamento culturale che investe il capitale umano nelle aziende. Essa non richiede solo la riqualificazione e il rinnovo del portafoglio delle competenze di base e specialistiche tecnologiche e digitali, ma un nuovo approccio, un nuovo modo di concepire il proprio lavoro, un nuovo mindest. Capace di favorire l’emersione di abilità utili per superare barriere e diffidenze nei confronti del digitale e delle tecnologie e nell’accompagnare le organizzazioni e le persone all’adattabilità dei nuovi scenari.
Difatti l’upgrade che ciascuno di noi sarà chiamato a fare non passa solo dalle tecnologie; saranno sempre più determinanti capacità quali: la creatività, il pensiero critico e l’autocontrollo, abilità che rappresentano, in combinazione con le competenze digitali, le chiavi di volta per affrontare le sfide future. Competenze di mestiere, più competenze digitali più competenze “umane”: questo sarà il mix indispensabile per il lavoro del futuro. In sostanza parliamo di una multidisciplinarietà integrata con skill emozionali e sociali.
In conclusione la nostra Community Donne 4.0 vuole fornire un contributo nel perseguire il gender equity, intende operare in linea con il 5° obiettivo dell’Agenda 2030, sviluppando la consapevolezza nelle donne e della collettività nel suo insieme, che le tecnologie sono leve di crescita personale e professionale. Attraverso il networking favoriamo l’empowerment delle donne, sostenendo processi di innovazione che promuovono la cultura della tecnologia e del digitale.
Contribuiamo all’abbattimento di pregiudizi e stereotipi culturali e sociali che impediscono alle donne di accedere a percorsi formativi e professionali nel mondo hi-tech, sostenendo processi di leadership femminile. Collaboriamo all’adozione di un modello culturale inclusivo volto all’eliminazione degli stereotipi di genere perseguendo con coraggio, competenza e cuore l’equità, la libertà, la pace e il rispetto e il riconoscimento dell’unicità di ogni individuo a prescindere dal genere, attraverso la promozione dell’inclusione e della sorellanza quali valori guida.
Gabriella Campanile, Co- Founder Community Donne 4.0