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Brindisi si prepara a ospitare un'importante iniziativa pubblica dedicata al futuro dell'industria chimica italiana. L'appuntamento, promosso dalla Cgil, si terrà lunedì 17 febbraio alle ore 9:30 presso l'Hotel Orientale in corso Garibaldi. L'obiettivo dell'incontro è discutere le conseguenze della chiusura del cracking di Eni-Versalis, che sta mettendo in crisi l'intero comparto produttivo locale e nazionale.
La decisione, comunicata lo scorso gennaio durante il tavolo ministeriale presso il Mimit, prevede la dismissione dei cracking in Italia, la chiusura degli impianti di Brindisi e Priolo con una prospettiva di reindustrializzazione non prima del 2028.
Lo stop al cracking brindisino, anticipata di un ulteriore mese rispetto alla prevista per marzo 2025, ha suscitato forte preoccupazione tra lavoratori, sindacati e istituzioni. In risposta, la Cgil di Brindisi ha proclamato lo stato di agitazione e il blocco delle prestazioni straordinarie per i lavoratori dell'indotto, uomini e donne impiegate in manutenzioni e ristrutturazioni, trasporti, logistica e servizi, che rappresentano il 75% della forza lavoro nelle aree dei petrolchimici.
Questa mattina addetti in assemblea davanti ai cancelli
Fin dalle prime luci dell’alba i lavoratori di tutte le categorie presenti nell’area industriale si sono ritrovati davanti alla portineria del petrolchimico per discutere i nodi più critici della vertenza e ribadire il proprio no alla chiusura del cracking. Nella riunione di coordinamento di tutti i delegati di fabbrica si è cercato di sintetizzare una posizione unitaria e più forte in difesa dell’occupazione e del futuro della chimica di base. Nei prossimi giorni, assicurano fonti sindacali, proseguiranno le riunioni congiunte delle diverse confederazioni presenti nell’area.
Nei giorni scorsi la Cgil e le categorie coinvolte sono tornate a chiedere al Governo il riconoscimento dell’area di crisi complessa per il territorio di Brindisi e, all’Eni, impegni chiari su un risarcimento della collettività attraverso forestazioni urbane, elettrificazione dei mezzi pubblici, posa di pannelli solari sui terrazzi di scuole ed enti locali.
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Una crisi che minaccia l'intero settore
La chiusura dei cracking di Brindisi e Priolo segue una serie di dismissioni analoghe avvenute negli ultimi anni a Porto Torres, Gela e Porto Marghera. Questa scelta rischia di compromettere la tenuta dell'intero settore della chimica di base, con ripercussioni su siti strategici come Ferrara, Mantova e Ravenna. Secondo il sindacato, il mancato mantenimento degli impegni sugli investimenti futuri e l'assenza di garanzie occupazionali rappresentano, in tutta Italia, una grave minaccia per 20 mila lavoratori.
Risulta che Versalis voglia lasciare in marcia l’impianto di produzione del polietilene e pertanto l’etilene che dovrà alimentare l’impianto di polimerizzazione dovrà essere necessariamente importato dall’estero. La chiusura del ciclo del cracking in Italia esporrà con certezza il nostro sistema industriale al reperimento di materie prime dall'estero esponendolo all'imprevedibilità del mercato.
L'appuntamento del 17 febbraio
L'incontro del 17 febbraio vedrà la partecipazione di rappresentanti sindacali, istituzionali e politici. Interverranno, tra gli altri, Massimo Di Cesare, segretario generale Cgil Brindisi, Antonio Frattini, coordinatore regionale Filctem Cgil Puglia, Marco Falcinelli, segretario generale Filctem Cgil, Loris Scarpa, coordinatore settori energia e siderurgia Fiom Cgil e Gigia Bucci, segretaria generale Cgil Puglia.
Sarà inoltre presente Serena Triggiani, assessora alle crisi industriali della Regione Puglia. Ai lavori parteciperanno anche rappresentanti del governo regionale, parlamentari, sindaci dei territori interessati, oltre a lavoratori e delegati sindacali. Le conclusioni dell'incontro saranno affidate a Pino Gesmundo, segretario nazionale Cgil.
La mobilitazione prosegue
"La chiusura dei cracking di Brindisi e Priolo significa abbandonare la chimica di base in Italia", denuncia la Cgil. Per il sindacato, è necessario mantenere viva l'attenzione su una crisi che non riguarda solo i territori di Brindisi e della Sicilia orientale, ma l'intero sistema industriale nazionale. Se il governo non tornerà sui propri passi a fermarsi sarà l’intero settore della chimica di base.
Il 18 febbraio a Priolo Gargallo si terrà un analogo incontro pubblico, con al centro la chiusura dell'impianto di produzione di polietilene di Ragusa e del cracking di Priolo. Una nuova occasione per ribadire la richiesta di un impegno chiaro e concreto da parte delle istituzioni e dell'azienda, a tutela dei posti di lavoro e del futuro dell'industria chimica italiana.
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