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Filctem Cgil e Femca Cisl di Bologna, unitamente alla Rsu e ai lavoratori del Centro ceramico Bologna, esprimono la propria netta contrarietà al progetto imposto da Confindustria ceramica (e ad oggi accettato dall’altro socio fondatore, l’Alma Mater studiorum Università di Bologna) di trasformare questo centro da ente associativo universitario, con scopi prevalentemente di studi e ricerche, a mero e semplice Laboratorio tecnologico/commerciale teso a effettuare quasi esclusivamente prove conto terzi. Questo snaturamento della vocazione originaria, improntata allo sviluppo dello studio, ricerca e sperimentazione su materiali, prodotti, impianti e processi attinenti alla produzione ceramica, verrebbe accompagnata dalla contestuale delocalizzazione dei lavoratori e di quasi tutti gli strumenti, dalla sede storica di Bologna a quella in fase di ricostruzione presso due sedi nell'area industriale di Sassuolo (in provincia di Modena).
"L'attività di ricerca verrebbe ridotta ai minimi termini con dimensioni irrilevanti e soprattutto con incerte aspettative per il futuro, perché rischierebbe di scomparire per mancanza di spazi utilizzabili e di sinergie reali con l'Università di Bologna. L’identità del Centro ceramico verrebbe quindi completamente snaturata e verrebbero meno anche le caratteristiche peculiari che lo hanno reso unico e riconosciuto internazionalmente. Questa scelta, grave e miope, di dismettere dai primi mesi dell’anno prossimo 2022 le attività a Bologna e di spostare la struttura e tutti gli investimenti a Sassuolo, è stata ribadita dai rappresentanti del Centro ceramico e da Confindustria ceramica durante gli incontri che si sono recentemente tenuti in sede di “Tavolo metropolitano di salvaguardia del patrimonio produttivo” convocato dalla Città metropolitana di Bologna, con la partecipazione anche di rappresentanti della Regione Emilia-Romagna", rilevano i sindacati.
"In quella sede, è emersa esclusivamente la disponibilità a realizzare un piccolo 'laboratorio congiunto' con il dipartimento Dicam UniBo nel campus universitario, dove verrebbe prevista solo una postazione di lavoro (sic!) rispetto ai circa 25 lavoratori attualmente alle dipendenze del consorzio. Il restante personale verrebbe invece trasferito presso la nuova sede in fase di costruzione a Sassuolo, il cui patrimonio è di proprietà di Confindustria ceramica, e in un altro capannone industriale in affitto presso l’area industriale di Sassuolo. I costi di questa ricollocazione logistica, che ad oggi ammonterebbero a ben due milioni, verrebbero finanziati attraverso l’anticipazione, in un’unica soluzione, dei contributi annuali futuri, previsti a favore del Centro ceramico Bologna", aggiungono le organizzazioni dei lavoratori.
Sindacati. e rappresentanti dei lavoratori contestano al consorzio e soprattutto a Confindustria ceramica, "la scelta di spostare da Bologna verso Sassuolo tutti gli investimenti finalizzati al rilancio dell’attività storica di ricerca del consorzio, prefigurando, di fatto, la chiusura della sede bolognese di questo importante Centro di ricerca e sperimentazione per l’industria ceramica. I dipendenti sono uniti nel chiedere risposte e strategie diverse e concordano nell’evidenziare, come principale punto critico, che la nuova sede di Sassuolo, nonostante la totale ricostruzione, non sarebbe adeguata a contenere tutto il personale e le strumentazioni attuali, dovendo ricorrere all’affitto di un capannone per le altre attrezzature e postazioni lavorative. Questa soluzione, infatti, potrebbe comportare la riduzione del 50% dell’attuale forza lavoro e di conseguenza una forte riduzione della capacità di mantenere le stesse attività o svilupparne di nuove. La scelta alternativa poteva invece essere quella di trovare un capannone a Bologna e non a Sassuolo".
Da parte delle sigle di categoria e dei lavoratori si evidenzia pertanto "la necessità di rendere pubblico ciò che sta accadendo, cercando di difendere un’eccellenza del nostro territorio. A questa realtà la Regione Emilia Romagna ha riconosciuto il 'Certificato di accreditamento regionale' come 'Laboratorio di ricerca industriale e trasferimento tecnologico e Centri per l’innovazione'. Come tale, viene finanziato ogni anno su vari progetti industriali. Pertanto, chiediamo alle istituzioni locali il loro diretto coinvolgimento per trovare soluzioni che possano garantire il mantenimento e il rilancio di questo storico ed importante centro di ricerca e sperimentazione per l’industria ceramica a Bologna".
Le organizzazioni sindacali ritengono "fondamentale che su questa partita così importante ci sia una piena e positiva partecipazione anche delle attuali e future amministrazioni locali, della Città metropolitana di Bologna e della Regione, per rivalutare insieme la possibilità e l’opportunità di realizzare il progetto di una nuova sede del consorzio nel campus di ingegneria (area Bertalia) e valutare/lavorare su progetti di interesse strategico per il settore, con particolare riferimento alle azioni previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, ivi inclusi i progetti in tema di transizione energetica".