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Arriva a destinazione la trattativa sul nuovo contratto nazionale applicato agli oltre 2mila addetti delle farmacie comunali, circa 1.700 in tutta Italia. A più di sette anni dalla scadenza, dopo una lunga fase negoziale connotata da stop e iniziative di mobilitazione, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno siglato con l’associazione datoriale di settore Assofarm l’ipotesi d'accordo di rinnovo in vigore fino al 31 dicembre 2024. Sul trattamento economico, l’intesa definisce un aumento di 113 euro a regime per il primo livello medio, da riparametrare per gli altri, erogati in tre tranche: 80 euro nel mese di luglio 2022, 18 euro nel mese di luglio 2023 e 15 euro nel mese di luglio 2024. A titolo di una tantum, con il titolo d'indennità forfettaria di rinnovo contrattuale, sarà riconosciuto un importo di 500 euro sempre al 1° livello medio, da riparametrare per gli altri, erogato in due tranche nel mese di luglio 2022 e nel mese di gennaio 2023. Aggiornate anche le indennità riconosciute ai quadri aziendali.
Sul mercato del lavoro le parti, nel rinviare alle previsioni delle norme di legge in materia di contratti di lavoro, hanno concordato formule di flessibilità contrattata finalizzate a gestire i picchi di lavoro nelle località a prevalente vocazione turistica, attraverso il ricorso ai contratti a tempo determinato riconducibili alla stagionalità; la materia è demandata alla contrattazione di secondo livello. Sul sistema di classificazione del personale, alla luce delle significative riforme in ordine alle attività che possono essere esercitate nell’ambito della farmacia dei servizi, le parti hanno condiviso la necessità d'implementare e valorizzare le nuove attività svolte dal farmacista collaboratore e l’esigenza d'introdurre ulteriori figure professionali nell’ambito del sistema d'inquadramento; sarà costituita una commissione paritetica con il compito di monitorare l’evoluzione normativa e le conseguenti applicazioni della farmacia dei servizi e indicare proposte d'implementazione e/o adeguamento della classificazione del personale dipendente.
L’intesa conferma la validità della contrattazione di secondo livello, disciplinando ambiti d'intervento e tematiche demandate, con la titolarità affidata alle Rsa/Rsu congiuntamente ai sindacati territoriali. Sul welfare, l’intesa prevede, con decorrenza dal 1° luglio 2022, un incremento dello 0,5% del contributo a carico del datore di lavoro portandolo all’1,5% in caso di adesione del dipendente al fondo di previdenza complementare Previambiente. L’intesa interviene poi sul mutamento di mansioni e di livello, sul servizio prestato in regime di reperibilità e sull’estensione a sei mesi del periodo di congedo retribuito per le vittime di violenza di genere con il diritto all’esonero dal lavoro notturno per i successivi sei mesi: è questa una norma di valore che amplia una previsione di legge di grande importanza sociale in una categoria a forte presenza femminile.
Soddisfazione in casa sindacale. Per le tre sigle di categoria, il rinnovo del contratto è “un atto dovuto a una categoria di lavoratrici e lavoratori che hanno offerto un contributo enorme nei lunghi mesi della pandemia". Per quanto riguarda le valutazioni sul merito dell’accordo, le organizzazioni sindacali rilevano che "gli aumenti economici concordati sbloccano una situazione ferma da troppi anni dando sollievo ai salari penalizzati dall’aumento dell’inflazione e l’articolato normativo sul secondo livello di contrattazione potenzia il valore della contrattazione aziendale, rafforzando così il ruolo delle rappresentanze sindacali e delle organizzazioni sindacali territoriali nella ricerca di soluzioni condivise e partecipate, anche per affrontare le materie dell’organizzazione del lavoro sulla base anche dei profondi mutamenti normativi in atto".