A Monza, venerdì 21 febbraio dalle 18 nel piazzale della stazione di via Enrico Arosio, si terrà un presidio contro il ddl sicurezza organizzato dalla Cgil Monza e Brianza insieme con numerose associazioni locali, tra le quali Anpi, Brianza oltre l’arcobaleno, Cub, Giovani democratici e i partiti di opposizione alla maggioranza di governo. Tutti invitano partecipare con le proprie bandiere e le proprie idee e a mobilitarsi per contrastare la linea politica repressiva e autoritaria del Governo Meloni. 

“Il ddl sicurezza proposto dal governo, già approvato alla Camera – scrivono in un comunicato –, è un provvedimento sbagliato e pericoloso che contrasta i principi fondamentali e le libertà sancite dalla Carta costituzionale”. Un provvedimento che rappresenta un attacco alle libertà individuali e collettive, limitando il diritto di manifestare e di far sentire la propria voce, e che “si inserisce in un clima di guerra globale e di scellerata corsa al riarmo come pericoloso strumento nelle mani di chi ci governa, con il proposito di individuare i più deboli come i nemici da colpire per arginare il malcontento della popolazione determinato da precarietà, carovita e impossibilità di accedere ai diritti universali previsti dalla Costituzione”.

“Il provvedimento - proseguono - introduce nuove fattispecie di reato che colpiscono chi occupa strade e spazi pubblici o privati, limitando la libertà di dissenso e criminalizzando il disagio sociale. Limita la libertà di manifestare, di far sentire la propria voce e di rivendicare i diritti di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani e precari. Prevede prerogative per i servizi segreti sottratte ai controlli di legalità, riportandoci ai periodi più bui della nostra storia”.

Non solamente, il testo introduce misure restrittive che colpiscono anche chi si trova in condizioni di vulnerabilità: amplia le misure carcerarie per le donne in gravidanza o con figli fino a un anno di età, introduce il reato di resistenza passiva, rendendo impossibile ogni forma di dissenso pacifico, anche nelle carceri, criminalizza i migranti per la loro condizione, a prescindere dal fatto che abbiano commesso reati. “Diciamo ‘no’ a questo attacco alle libertà e ai diritti! ‘No’ al ddl sicurezza, ‘no’ allo stato di polizia, ‘no’ alla guerra, ‘no’ alle zone rosse”, concludono i promotori.