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"Se verrà confermato un intervento del governo per correggere alcuni limiti delle norme sull'Ape agevolata, chiediamo che si tenga conto del positivo lavoro svolto da Camera e Senato nei mesi scorsi”. A dirlo, è Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea.
"Se non vi fossero state le dimissioni di Renzi – spiega il dirigente sindacale –, il Parlamento avrebbe potuto prendere in esame - in assenza del ricorso alla fiducia - le proposte in discussione alla Camera e al Senato riguardanti la modifica dei riferimenti dei sei anni consecutivi e 36 anni di anzianità contributiva per l'Ape social, soglie che di fatto impediranno agli operai edili di accedervi, vista la discontinuità che caratterizza il nostro settore. Quelle proposte, all’esame delle Camere, avevano raccolto consensi trasversali".
"Mi riferisco in particolare all’ordine del giorno approvato alla Camera, proposto da Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro, e approvato a larghissima maggioranza, che impegnava il governo a chiarire che i sei anni non fossero consecutivi” e agli emendamenti "presentati al Senato trasversalmente, dal Pd a Forza Italia a Ncd, volti a intervenire sui sei anni continuativi e per ridurre i 36 anni di contributi”, aggiunge il sindacalista.
Interventi che per il leader degli edili Cgil, “oltre a permettere agli operai più anziani di scendere dalle impalcature - un infortunio grave su quattro in edilizia coinvolge degli over 60, per evidenti ragioni - avrebbero favorito l'ingresso di giovani operai specializzati in un settore sempre più chiamato a sfide su rigenerazione energetica, antisismico, recupero". Pertanto, facciamo un appello al governo affinché si recuperi su questo terreno, dando un segnale di maggiore giustizia e attenzione a migliaia di edili che dopo decenni di lavoro gravoso, meritano di poter andare a fare i nonni, anziché rischiare ancora la vita sulle impalcature”.