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Tavolo sulle pensioni, a che punto siamo? A questa domanda ha risposto stamattina ai microfoni di RadioArticolo1 Vera Lamonica, della segreteria nazionale dello Spi Cgil. “Finora al confronto aperto con il governo – ha detto la dirigente sindacale – non ci è stata presentata alcuna proposta ufficiale. Noi abbiamo esposto i temi della nostra piattaforma unitaria, in primis il superamento della riforma Fornero e il problema della flessibilità in uscita. Assieme a Cisl e Uil, abbiamo chiesto di dare la possibilità, con le regole del sistema previdenziale, a chi vuole andare in pensione qualche anno prima. Ma la nostra proposta parla anche di lavoratori precoci, di lavori usuranti, di pensione anticipata per chi ha già 41 anni di contributi, di esodati. Su tutto questo, però, non abbiamo avuto risposte”.
“Sull’Ape - la sperimentazione di anticipo pensionistico -, non sappiamo che intervento sarà, quale la platea, quali i costi, che tipo di penalizzazione verrà introdotto – ha detto Lamonica –. Forse, ne sapremo di più nei prossimi incontri tecnici di approfondimento. Ci attendiamo una proposta di mutuo, cioè il lavoratore dovrebbe sottoscrivere un prestito con il sistema bancario e assicurativo. Sul prestito, ovviamente, ci sono gli interessi da pagare e un’assicurazione premorienza da fare: nel caso il pensionato muoia prima, interviene un'assicurazione. Non si tratta più di un anticipo pensionistico a carico dell'Inps, ma s’instaurerebbe un rapporto diretto lavoratori-banche. Su questo, non siamo d'accordo. È un’operazione che non ci piace, perché è inaccettabile il meccanismo di far pagare un quarto del valore della pensione a chi va via prima volontariamente. Il governo ha precisato che non tutti i lavoratori contribuiranno allo stesso modo, ipotizzando una distinzione per disoccupati e redditi bassi, senza chiarire cosa intenda per reddito basso”.
“Il governo – ha rilevato la sindacalista – ha sempre detto che da questo confronto auspica delle soluzioni condivise, ma non ha messo sul tavolo alcuna risorsa a disposizione, e ha sempre specificato che non ci sono soldi per le pensioni. Anche la proposta di ricorso all’Ape è un intervento a costo zero, che significa che va a carico dei lavoratori. Se queste sono le basi del negoziato, credo che a fine luglio ne trarremo le logiche conseguenze. Noi chiediamo che ci siano dei punti di decisione sulle nostre proposte, insomma dei sì e dei no. È ovvio che se il governo insistesse solo sulla linea dell’Ape, senza soffermarsi sulle questioni strutturali di riforma della legge Fornero che noi avanziamo, fermo restando che il sistema attuale così com’è non funziona per chi deve andare in pensione e neanche per i giovani, vorrà dire che non si è trattato di un confronto vero, ma di un tavolo finto”.
“Nell'unico incontro di approfondimento che c'è stato finora – ha concluso l’esponente dello Spi –, i temi sono stati tre, lavoratori precoci, lavori usuranti e ricongiunzioni onerose. Sulle prime due questioni, il governo ci è sembrato disponibile, almeno in sede tecnica, ad approfondire le due delicate materie. La prima, riguarda innanzitutto la definizione di lavoratori precoci, che nella Fornero non vengono nemmeno presi in considerazione: parliamo di operai che lavorano dall’età di 14-15-16 anni e che oggi sono ampiamente usurati e hanno il sacrosanto diritto di andare in pensione. La seconda, è una normativa diventata nel tempo sostanzialmente inesistente, in quanto si è ristretta e riguarda pochissimi settori, ad esempio non include l’edilizia. Anche qui, il governo ci è parso favorevole a rimuovere i troppi paletti che sono stati inseriti nella legge, che ha un fondo annuo di 383 milioni - regolarmente non spesi -, mentre noi ci battiamo per una modifica strutturale, ampliando la platea degli aventi diritto. Vedremo come evolverà la situazione, ma già nell'incontro di domani l’esecutivo dovrebbe dare delle prime risposte su precoci e usuranti, per poi passare a discutere di tutto il resto. Domani discuteremo anche di come salvaguardiamo e tuteliamo il potere d'acquisto delle pensioni, un fatto importante che fa parte della nostra piattaforma e dell'impianto complessivo del confronto con il governo”.