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Tangenti per lavorare, migliaia di euro estorti ai neoassunti per trovare un impiego nelle aziende dell'automotive: è stata durissima la denuncia pubblica del vescovo di Melfi, monsignor Todisco, sabato 13 maggio, nel corso di un convegno sul lavoro per i giovani organizzato dalla diocesi di Melfi. "Ho saputo – ha detto monsignor Todisco – che alcuni giovani, pur di poter entrare a lavorare in alcune aziende dell’indotto Fca-Sata, sono stati costretti a pagare 5 mila euro". "È impensabile – ha aggiunto – che qualcuno debba pagare una tangentepur di poter lavorare. Ed era necessario far capire a dove si è arrivati".
Sulla denuncia è intervenuta con durezza la Cgil, a partire dal segretario regionale Angelo Summa: "La denuncia fatta dal vescovo di Melfi sulle tangenti che alcuni lavoratori avrebbero pagato per essere assunti nell’indotto Fca non può cadere nel vuoto".
Presa di posizione anche della Fiom Cgil "Si tratta – dice Michele De Palma, responsabile del settore automotive – di una verità nascosta per troppo tempo, troppa paura del ricatto del lavoro in tempi di disoccupazione a due cifre. In questi anni la Fiom più volte ha sollevato il problema della trasparenza sulle assunzioni nelle assemblee con i lavoratori, nelle iniziative pubbliche, ma soprattutto chiedendo un confronto sulle regole con cui le aziende e le agenzie di lavoro interinale ingaggiano i lavoratori".
La deregolamentazione del collocamento e dei rapporti di lavoro, attacca De Palma, "ha reso vulnerabili e ricattabili le persone, e di questo il Parlamento e il governo devono farsi carico. Oggi, per inoccupati e disoccupati di tutte le età il lavoro da diritto è diventato troppo spesso un 'favore' di cui ricompensare i caporali. Inoltre, oltre alle 'regalie', spesso ai neoassunti non è garantita nemmeno la parità di trattamento economico".
La Fiom con il Nidil si sono fatti promotori dell'avvio di un confronto con le aziende di somministrazione per condividere un percorso trasparente, che però, denunciano i sindacati, non è mai partito. "Il vescovo di Melfi indica in alcuni presunti sindacalisti, in realtà caporali – spiega il dirigente della Fiom –, l'aggancio per giungere all'assunzione attraverso un sistema di corruzione. Corruzione di cui devono occuparsi gli organi competenti, corruzione che produce un effetto domino: perché se c'è un caporale che segnala c'è una agenzia che somministra è una azienda che si fa somministrare lavoratori che pagano tangenti".
Questo sistema di "segnalazioni" però può essere fermato. Per la Fiom occorre togliere alle agenzie e alle imprese la possibilità di poter assumere senza trasparenza e criteri indiscutibili: proponiamo"un accordo alle istituzioni, associazioni di categoria, agenzie e imprese con cui prevedere che i nuovi assunti provengano da scuole e università pubbliche. Queste ultime di anno in anno si impegnano a rendere pubblico l'elenco degli studenti diplomati, che su base meritocratica entrerebbero in un bacino da cui le imprese procederebbero all'assunzione".
Inoltre, si potrebbe aggiungere un bacino composto sia dalle persone che hanno svolto attività lavorativa con contratti di lavoro precario e a termine, sia dai lavoratori espulsi dal ciclo produttivo a seguito di ristrutturazioni attraverso una mobilità orizzontale sulla base delle competenze – continua De Palma –. Chiediamo a imprese, istituzioni, sindacati di confrontarsi con queste proposte su cui avvieremo una campagna d'informazione in tutti gli stabilimenti delle aziende automobilistiche, invitando tutti i lavoratori a denunciare i caporali che hanno percepito denaro e mettendo a loro disposizione le nostre strutture sindacali e legali per combattere la corruzione".