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Marcegaglia spa intende avviare la cessione del ramo aziendale Engineering. Una cessione che sostanzialmente potrebbe riguardare quattro aziende: Oto Mills, Oto Lift Trucks, Oto Steel, Oto Automation. In questi quattro siti lavorano 260 lavoratori, più altri esterni che l'azienda ha usato in questi mesi in modo frequente.
Ma durante l'incontro con la Rsu della Oto Mills di Reggio Emilia - accusa il sindacato -, la direzione del gruppo non ha informato i rappresentanti dei lavoratori delle sue intenzioni. “Il fatto che l'azienda non abbia voluto dire nulla alle Rsu dimostra ancora una volta il basso livello di relazioni sindacali che vuole mantenere – dice Mirco Rota, responsabile Fiom Cgil dei rapporti con Marcegaglia e segretario generale Fiom Lombardia. - Abbiamo appreso la notizia da altre fonti. Si tratta di un fatto grave, non solo perché la possibile cessione coinvolge un numero significativo di lavoratori, ma soprattutto perchè non sembrano chiare le prospettive industriali di questi stabilimenti. Inoltre, pare di capire che l'operazione sia motivata dal fatto che anche il 2011 si è chiuso in perdita per il gruppo e quindi c'è necessità di recuperare liquidità”.
Lo scorso giugno, durante l'ultimo vertice sulla situazione produttiva degli stabilimenti del gruppo, non è stato fatto cenno a questa possibile cessione. Anzi, l'azienda aveva annunciato 50 assunzioni. “Il 29 ottobre abbiamo un incontro con l'azienda per capire quali saranno le prospettive di tutto il gruppo – continua Rota –. A fronte di questa notizia, è necessario, prima ancora della riunione di fine mese, che Marcegaglia dia informazioni precise alle organizzazioni sindacali rispetto al settore Engineering, perché gli elementi di preoccupazione sono parecchi ed è necessario che sia fatta chiarezza".
La notizia della possibile cessione, a giudizio della Fiom, "conferma il fatto che l'idea d'introdurre il salario di ingresso da parte dell'azienda non risolve i problemi industriali e di mercato, ma riduce semplicemente il salario ai lavoratori. Per questo, come metalmeccanici della Cgil, ci siamo sempre opposti all'introduzione di queste innovazioni peggiorative".