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Le macerie della crisi. E una ripresa stentata e che non produce benefici su lavoratori e pensionati. E' questa la fotografia dell'Italia del 2014 che emerge dal Bilancio sociale dell'Inps, diffuso questa mattina (20 ottobre) dall'Istituto di previdenza. Di seguito i dati più significativi.
Pensioni leggere
Quasi un pensionato su due, e cioè il 42,5%, percepisce un reddito pensionistico medio inferiore ai mille euro mensili. E tra questi, le donne se la passano peggio. Si tratta circa 6,5 milioni di persone, tra i quali il 12,1% al di sotto dei 500 euro. In particolare, emerge la concentrazione delle donne nelle classi di importo di reddito pensionistico più basse.
Nella classe di importo al di sotto dei 500 euro medi mensili, invece, troviamo il 14,2% delle donne, a fronte del 9,8% degli uomini. Nella somma delle classi di reddito inferiori a mille euro medi mensili, le donne sono oltre la metà, 52,2%, e assorbono il 27,7% della spesa pensionistica. I maschi sono, invece, il 31,3% e assorbono l'11,8% della spesa.
Cig, mobilità, disoccupazione
Il flusso annuo dei lavoratori beneficiari della Cig, fa sapere l'Inps, è stato invece di circa 1,2 milioni, mentre la mobilità ne ha interessati oltre 350.000 e le indennità di disoccupazione nel loro complesso circa 3 milioni.
Dipendenti pubblico sotto i 3 milioni
I dipendenti pubblici a tempo indeterminato scendono sotto quota 3 milioni. Nel 2014 erano 2.953.000 con un calo del 2,8% (circa 90.000 unità) sul 2013. Rispetto al 2011, quando erano 3,23 milioni sono diminuiti di quasi 300.000 unità a causa del blocco del turn over.
Esodati
Nel 2014 sono stati individuati 32.100 possibili beneficiari della cosiddetta 'sesta salvaguardia' e le relative attività di certificazione sono state definite nel corso del 2015, in quanto il termine per l'invio della richiesta di accesso era fissato al 5 gennaio 2015.
Autonomi in calo
Nel 2014, infine, i lavoratori autonomi iscritti all'Inps sono risultati nel complesso pari a 4.376.321 unità, con un decremento dello 0,5% rispetto al 2013. Tra questi 1.747.312 unità sono iscritte alla gestione artigiani (-1,6%), 2.175.450 alla gestione commercianti (unica categoria in crescita con +0,4%) e 453.558 (-0,8%) alla gestione coltivatori diretti, coloni mezzadri e imprenditori agricoli professionisti.