PHOTO
Domani 21 settembre a Palermo si terrà davanti al Tribunale del riesame l'udienza che riguarda i sei pescatori tunisini arrestati a fine agosto per aver soccorso a Lampedusa un’imbarcazione con a bordo 14 migranti e detenuti nella casa circondariale di Agrigento. I sei sono accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. In questa occasione la Cgil parteciperà al sit-i davanti al Palazzo di Giustizia, in piazza Vittorio Emanuele Orlando, organizzato dal Forum antirazzista di Palermo dalle 10 alle 12, per chiedere la scarcerazione dei pescatori.
“L'auspicio è che a Palermo, città dell'accoglienza, venga fatta chiarezza. Chiediamo alla magistratura di fugare ogni dubbio sull'accaduto, nella salvaguardia e nel rispetto del principio e del dovere di soccorrere in mare, come previsto dal codice marittimo internazionale – dichiarano Calogero Guzzetta, della segreteria della Camera del lavoro e Bijou Nzirirane, responsabile ufficio migranti Cgil Palermo – .Palermo è vicina a questi lavoratori. Come sindacato chiediamo che sia garantito il diritto a una equa difesa per tutto l'equipaggio e che siano prese in considerazione le testimonianze dell'associazione dei pescatori di Zarzis, di cui è componente uno degli arrestati, Chamseddine Bourassine".
Si tratta di un'associazione, ricorda la Cgil, "che ha una storia, è nota per il suo attivismo, spesso è stata in prima linea nell'aiuto ai migranti del Nord Africa e sappiamo che ha ricevuto una formazione da Medici senza frontiere per il salvataggio delle persone in mare. Anche la società civile di Tunisi ha manifestato per chiedere la liberazione dei sei pescatori. Speriamo che venga fatta chiarezza e che non si permetta che queste cose accadano più”.
Nei giorni scorsi un appello alla magistratura era stato rivolto dalle segreterie nazionali di Cgil Cisl e Uil. Si chiedeva che, rispetto al procedimento giudiziario avviato nei confronti dei pescatori tunisini arrestati la notte tra il 29 ed il 30 agosto scorso, accusati di favoreggiamento dell'immigrazione illegale, “la magistratura faccia chiarezza relativamente agli avvenimenti, nella salvaguardia e rispetto del principio e del dovere di soccorrere in mare, come previsto dall'Articolo 388 del codice marittimo internazionale".