In Veneto, la popolazione è sempre più anziana. Quasi un quarto dei residenti ha più di 65 anni, mentre il 6,5% della popolazione è ultraottantenne. Non solo. Analizzando il trend degli ultimi dieci anni, il numero di anziani è cresciuto di circa il 20% ed è destinato ad aumentare ancora. Sono numeri emblematici quelli che emergono dall'indagine che lo Spi Cgil regionale ha effettuato elaborando gli ultimi dati Istat, ma non devono far preoccupare. Perché gli ultrasessantacinquenni, considerati una fascia debole, possono invece rappresentare una grande risorsa, se accompagnati da politiche adeguate.
 
Dalla ricerca Spi emerge che in Veneto gli ultrasessantacinquenni
- soggetti a politiche specifiche soprattutto nel campo del welfare e della sanità - sono più di un milione (esattamente 1.081.371) e rappresentano il 22,8% della popolazione totale. Rispetto al 2006, si registra un aumento del 19%. Poco meno del 60% degli over 65 è donna. L'indice d'invecchiamento - che è definito dal rapporto fra anziani (over 65) e giovanissimi (under 14) - conferma il trend. Nel 2006, ogni 100 giovanissimi vi erano 138 anziani, ora tale rapporto è di 100 under 14 ogni 159 ultrasessantacinquenni.
 
Molte persone anziane sono sole in quanto vedove, celibi o nubili, o divorziate. In questa categoria rientrano 420.000 persone, per lo più vedove, soprattutto donne. Calcolatrice alla mano, ogni 5 ultrasessantacinquenni veneti, due sono presumibilmente soli, perché celibi e nubili (82.783 anziani nel 2016), vedovi (314.156) o divorziati (23.283). Il numero di anziani soli è in crescita del 6% rispetto a dieci anni fa, con un balzo all'insù, dovuto soprattutto al boom di divorzi, registrato in Italia a partire dal nuovo secolo.

Per quanto riguarda gli ultraottantenni - per i quali entra in campo tutto l'importantissimo tema della non autosufficienza -, in dieci anni il loro numero è cresciuto di un terzo (+33,7%), passando dai 240.655 del 2006 ai 321.856 del 2016. In questa categoria, troviamo per il 65% donne, che hanno un'aspettativa di vita più alta rispetto agli uomini.

Lo studio Spi Cgil ha preso in esame anche altri dati, che completano il quadro dell'invecchiamento nella regione. Anzitutto, in dieci anni è più che triplicato il numero di anziani stranieri: dai 4.207 del 2006 ai 13.990 del 2016 l'incremento è del 232,5%. Netta la predominanza di donne: 9.109, contro 4.881 maschi. A fine 2016, gli ultracentenari sono pochi: 1.569, ma sono raddoppiati rispetto ai 751 di dieci anni fa. In questo dato, rientrano quasi esclusivamente le donne: 1.377 contro 192 maschi.
 
Sulle aspettative di vita in Veneto, lo Spi ha inquadrato alcuni dati che descrivono il quadro della situazione: nel 2060 il numero di anziani aumenterà del 50%. mentre l'aspettativa di vita è di 80 anni per gli uomini e di 85 per le donne. Sul fronte del volontariato, il 15% dei veneti, di età compresa fra 55 e 64 anni, è impegnato in un'attività utile per la comunità. La quota scende al 13% fra gli anziani della fascia 65-74 anni e al 6% fra gli over 65.

Non poteva mancare il capitolo pensioni, che lo Spi regionale ha spesso analizzato, evidenziandone le criticità. In Veneto, più di un terzo (35,5%) dei pensionati ha un assegno inferiore a 1.000 euro al mese. Si parla di oltre 450.000 persone, il 67% delle quali (303.000 pensionati) porta a casa una pensione inferiore ai 750 euro. Non solo: è ancora grande il divario economico fra pensionate e pensionati. Nella regione infatti, secondo i dati Inps, un’anziana su tre (33,4%) vive con meno di 750 euro lordi, mentre fra gli uomini il dato è del 13%. Inoltre, sempre secondo gli ultimi aggiornamenti dell’Istituto previdenziale, il reddito da pensione medio per gli uomini è 21.200 euro lordi l'anno, mentre per le donne scende pericolosamente a 14.172 euro.
 
“L'indagine che abbiamo condotto, confrontando i dati del 2006 con quelli del 2016 – spiega Rita Turati, segretaria generale Spi Cgil Veneto –, fotografa in modo puntuale il livello d'invecchiamento della popolazione veneta. Come nel resto dell'Italia, gli over 65 rappresentano ormai un quarto della popolazione, mentre è cresciuto nettamente anche il numero degli over 80. Fra l'altro, le anziane sono in numero nettamente superiore a quello degli anziani. Tutto ciò, non deve rappresentare un problema, perché l'anziano è una risorsa con le sue fragilità e la sua forza. Però, la politica deve per forza tener conto dei dati sull'anzianità della popolazione. Per questo, bisogna rafforzare la contrattazione sociale sul territorio, prevedere una nuova legge sulla non autosufficienza, rivedere il sistema sanitario anche nella nostra regione, e portare avanti con forza i progetti sull'invecchiamento attivo. E, ovviamente, per gli anziani diventa fondamentale il tema della pensione, della difesa del suo potere d'acquisto, del superamento del divario economico fra pensionate e pensionati. Le cose da fare sono molte, e speriamo che questa ricerca aiuti anche la giunta regionale a capire quanto importante sia porre attenzione alle problematiche delle persone anziane”.