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“Il salario sarà completamente variabile. A oggi i lavoratori Fca e Cnh hanno una paga base inferiore ai lavoratori cui si applica il contratto Federmeccanica: un operaio di terzo livello Fca-Cnh guadagna mediamente 750 euro lordi annui di meno di un suo pari livello di un'altra fabbrica metalmeccanica. La vera novità dell'annuncio di ieri è che questo divario non sarà più colmato e lo stipendio base fissato nel 2011 dal contratto specifico Fiat non sarà più aumentato”.
Così Maurizio Landini, segretario generale Fiom Cgil, e Michele De Palma, coordinatore nazionale automotive, dopo l'annuncio fatto ieri, 16 aprile, dall'amministratore delegato di Fca-Cnh Sergio Marchionne sul nuovo regime salariale per gli stabilimenti del gruppo. All'incontro – a carattere informativo – con i sindacati, non è stata invitata la Fiom Cgil nonostante la richiesta indirizzata da tempo all'azienda di un confronto sulle questioni normative e salariali.
“Da quanto apprendiamo dagli organi d'informazione - sottolineano Landini e De Palma - in modo assolutamente inedito l'ad ha comunicato ai sindacati firmatari del contratto specifico aziendale quale sarà il sistema salariale con cui saranno retribuiti i lavoratori. Le organizzazioni sindacali presenti hanno preso atto, inaugurando un sistema di relazioni effettivamente 'rivoluzionario' in cui l'azienda decide unilateralmente e i sindacati compiacenti aderiscono alla proposta”.
Ogni variazione salariale sarà decisa dalla direzione aziendale sulla base di parametri stabiliti dalla stessa Fca-Cnh e che ancora non si conoscono se non per titoli molto generi (produttività, qualità, redditività). “Di fatto - prosegue la nota - siamo alla conclusione di un percorso che cancella il contratto nazionale: c'era il contratto nazionale e la contrattazione aziendale, con questo sistema ci sarà un solo livello. E tutto questo al di fuori e contro l'accordo Confindustria-Sindacati che confermava i due livelli contrattuali: in questo caso Fim e Uilm accettando questo sistema legittimano le aziende che vogliono uscire dal contratto nazionale”.
In moltissime altre aziende metalmeccaniche italiane - anche di piccole e medie dimensioni - da oltre vent'anni il premio di risultato viene normalmente contrattato e distribuito ai lavoratori, con quantità anche superiori a quelli annunciati per Fca (non è chiaro se anche in Cnh), eventuali “bonus” sono aggiuntivi e non sostituiscono mai gli aumenti contrattuali in paga base. “Questa sostituzione – unica nel suo genere in Europa - costituisce l'eccezionalità del sistema annunciato ieri dall'ad di Fca-Cnh, proseguendo sulla strada del contratto specifico Fiat che ha comportato una perdita salariale per i lavoratori di 90 euro nei soli ultimi due anni: dopo un lungo periodo di restrizioni e sacrifici arriva finalmente un incremento retributivo che però i lavoratori pagano pesantemente. Perché per i non addetti ai lavori il nuovo sistema retributivo può apparire come un fatto straordinario; per i lavoratori significa che le ferie, i permessi, la tredicesima, le indennità di turno, lo straordinario, il tfr, rimangono congelati - e lo saranno per sempre v- insieme alla paga base su cui vengono calcolati”.
Nel sistema annunciato da Marchionne di Fca-Cnh, “il salario è legato esclusivamente all'utile aziendale e alla sua gestione da parte del management, a prescindere dalla prestazione lavorativa, dai suoi ritmi e dalle sue condizioni, con il dubbio – per quanto ci è dato non sapere – che sia legato anche alla presenza sul posto di lavoro, facendo perdere qualunque autonomia e libertà alle lavoratrici e ai lavoratori e mettendo in gioco anche diritti fondamentali come la salute e la malattia”.
A questo punto alla Fiom sembrano chiare le intenzioni dell'azienda. “Molto meno agli altri sindacati - concludono Landini e De Palma -, vista la cancellazione di ogni ruolo contrattuale e la subordinazione alle decisioni unilaterali aziendali che un simile sistema comporta. L'annuncio disegna un futuro che cancella il ruolo del sindacato – riducendolo a spettatore notarile – e colpisce la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori costringendoli a rinunciare alla propria libertà in quanto persone indipendenti e autonome, fingendone una presunta partecipazione ai destini aziendali su cui, invece, non hanno alcuna possibilità di parola. Per queste ragioni abbiamo ribadito e formalizzato una richiesta d'incontro alla direzione aziendale e lanceremo una campagna di assemblee per discutere con lavoratrici e lavoratori”.