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“Il tema pensioni deve entrare fra le priorità del nuovo Governo e il programma presentato dal Presidente incaricato sul tema previdenziale è del tutto insufficiente e lacunoso, oltre che incomprensibile per alcuni aspetti”, questo il giudizio del segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, responsabile previdenza della confederazione di corso d’Italia, intervistato da Pensioni per tutti. Per il sindacalista, la sola proroga di “Opzione donna “ non è sufficiente a dare una risposta vera neanche all’esigenza di riconoscere il lavoro di cura e complessivamente il lavoro delle donne”.
Positivo, tuttavia, per Ghiselli il richiamo nel programma “alla pensione di garanzia per i giovani, che per noi rappresenta un tema centrale, ma per il resto non c’è nulla che assomigli ad una vera riforma della previdenza, come ad esempio era stata prefigurata dal Protocollo del 26 settembre 2016 firmato dall’allora Governo e dal sindacato confederale, e solo in minima parte realizzato”.
Insomma, la riforma della legge Fornero non si può esaurire con quota 100, “perché il tema di una riforma strutturale della previdenza è ancora tutto aperto“. Serve, infatti, affermare la flessibilità in uscita, dopo i 62 anni di età con venti anni di contributi o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, occorre dare una prospettiva previdenziale dignitosa ai giovani, riconoscere previdenziamente il lavoro di cura e il lavoro delle donne, riconoscere la diversità dei lavori in termini di gravosità e usura, sanare la questione esodati, oltre che rafforzare la previdenza complementare“.
In ogni caso, per quanto non rappresenti la soluzione a tutti i problemi, “sarebbe un grave errore anticipare la fine della vigenza triennale di Quota 100 che ha comunque rappresentato una opportunità in più per alcuni lavoratori“.