“Oggi, in assenza della ministra, abbiamo ribadito all’Osservatorio le nostre proposte su lavori gravosi e usuranti e sulle misure che riguardano le donne. Noi continuiamo a fare la nostra parte ma, anche sulla previdenza, non si può dire lo stesso della ministra e del governo”. È quanto dichiara la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione a margine dell’incontro sulla previdenza in corso in sede tecnica al dicastero del Lavoro e delle Politiche sociali.
La dirigente sindacale specifica che “abbiamo chiesto di allargare la platea dei lavori gravosi, anche attraverso un unico elenco, estendendo quella attualmente prevista per l’Ape sociale, anche per i precoci. Inoltre, abbiamo chiesto di aprire una riflessione sulla misura delle prestazioni, non solo sul diritto, per evitare penalizzazioni economiche sui trattamenti pensionistici”. Sugli usuranti “è necessario estendere il riconoscimento ad altri settori e professioni lavorative, rivendendo l’attuale meccanismo di riconoscimento del lavoro notturno”.
Per le donne poi, prosegue, “occorre individuare criteri che diano risposte alle carriere discontinue e ai bassi salari anche attraverso il riconoscimento del lavoro di cura, in modo da garantire l'accesso senza penalizzazioni, e ripristinare opzione donna con i requisiti previgenti”.
Ghiglione conclude ribadendo che “resta il problema del metodo. Nessun riscontro, solo indiscrezioni giornalistiche che rivelano che tutti gli impegni assunti in campagna elettorale, a partire dai famosi 41 anni di servizio come criterio di accesso alla pensione, sono slogan per acquisire voti. Per questo – aggiunge infine – la previdenza rimane un'importante prerogativa della nostra mobilitazione, a partire dalla manifestazione del 7 ottobre a Roma”.