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Allarme pensioni. Se fossero confermate le indiscrezioni uscite oggi sui giornali – secondo cui il governo, a caccia di risorse per la Finanziaria, si appresterebbe a bloccare ancora una volta l'indicizzazione degli assegni –, sarebbe un colpo durissimo per una delle categorie più colpite e indifese rispetto all'aumento esponenziale dell'inflazione. Come fa notare lo Spi Cgil, "saremmo di fronte a una scelta sbagliata e grave, oltre che presa senza mai aver aperto un confronto con il sindacato". Oltretutto il governo, continua il sindacato dei pensionati della Cgil, "con l’intervento dello scorso anno (valido anche per il 2024), ha definito un meccanismo per blocchi fortemente iniquo e penalizzante in particolare per le pensioni che superano di oltre 5 volte il trattamento minimo".
Come certifica l’ufficio parlamentare di bilancio, ricorda lo Spi, "i pensionati sono i soggetti che hanno meno possibilità di difendersi dall’inflazione; inoltre su di loro e sui lavoratori dipendenti grava il peso dell’Irpef di questo Paese". L'indicizzazione è dunque decisiva "per salvaguardare il potere di acquisto eroso da un aumento dei prezzi e da rincari di mutui, spese sanitarie e beni di prima necessità che non hanno adeguato contrasto. Obiettivo del governo dovrebbe essere migliorare quel meccanismo, non peggiorarlo, invece dopo tanti annunci e tante promesse, si svela ancora una volta il vero volto di questo esecutivo: debole con i forti e forte con i deboli".
Come sindacato dei pensionati, lo Spi Cgil "è sempre pronto al confronto, ma davanti a decisioni come queste le iniziative di mobilitazione non potranno che continuare ed essere rafforzate. Insieme alla Cgil vogliamo risposte per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e dei pensionati. Ancora un taglio sulla loro pelle è una ragione in più per scendere in piazza in tante e tanti il prossimo 7 ottobre a Roma".
Molto duro anche il giudizio della Cgil che con la segretaria confederale Lara Ghiglione sottolinea come “nonostante i tanti slogan e le promesse elettorali, questo governo sulle pensioni non farà nulla, anzi, sino ad oggi, è riuscito a fare peggio dei governi precedenti”.
“In questi mesi - aggiunge la dirigente sindacale - si è continuato a tagliare sul capitolo previdenziale, prima con la scorsa legge di Bilancio, a partire dalla rivalutazione dell'importo pensionistico, poi con il fondo precoci e l’azzeramento di altre misure di flessibilità esistenti, come opzione donna”.
“Riteniamo che il confronto aperto con le parti sociali sia finto, non è mai stata data alcuna risposta, e purtroppo non solo sulle pensioni. Sui diversi capitoli previdenziali - sottolinea Ghiglione - conosciamo le posizioni di questo esecutivo solo leggendo i giornali. Se le notizie di oggi, veicolate su alcuni organi di stampa, fossero vere, sarebbero scelte gravi e non condivise con chi rappresenta lavoratori e pensionati”.
“Se il Governo - prosegue la segretaria confederale - ipotizza di intervenire nuovamente sulla rivalutazione delle pensioni, con un ennesimo taglio, riteniamo sia una scelta assolutamente sbagliata che contrasteremo, a partire dalla mobilitazione messa in campo nelle prossime settimane. Verrebbero colpiti ancora una volta i pensionati che hanno lavorato e versato i contributi per 40 anni e oltre”.
“Per questo è necessario che il prossimo 5 settembre, al tavolo di confronto sulle pensioni, sia presente anche la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone. Il Governo deve dirci cosa vorrà fare sulle pensioni, basta bugie, in assenza di risposte - conclude Lara Ghiglione - la previdenza resterà una delle tante ragioni della nostra mobilitazione che ci riporterà in piazza a partire dal prossimo 7 ottobre a Roma”.