Martedì 8 aprile, nella sede nazionale della Cgil in Corso d’Italia, si è svolto un incontro tra una delegazione del sindacato e i parlamentari del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino, Patty L’Abbate, Emma Pavanelli e Gianmauro Dell’Olio. Al centro del confronto, la vertenza Eni Versalis e le gravi ricadute del piano industriale annunciato dall’azienda.

Il netto no della Cgil al piano Eni

Durante il colloquio, il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo, ha ribadito con fermezza l’assoluta contrarietà del sindacato al piano di Eni Versalis che prevede la chiusura immediata di due dei principali impianti di cracking in Italia, a Priolo e Brindisi. Una decisione che la Cgil respinge, insieme al protocollo d’intesa presentato nei giorni scorsi dal Governo.

Un Governo debole di fronte a una scelta sbagliata

Gesmundo ha sottolineato con forza l’atteggiamento rinunciatario del Ministro Urso, che non si oppone alla scelta di Eni – azienda a partecipazione pubblica – di abbandonare un settore strategico per tutta l’industria nazionale. Una contraddizione evidente, se si considera che lo stesso Ministro, insieme ad altri Paesi europei, sostiene in Europa l’esigenza di un “Critical Chemical Act” per rafforzare la filiera della chimica di base.

Una scelta miope e contraria all’orientamento europeo

“La direzione intrapresa da Eni è inspiegabile”, ha affermato Gesmundo, “non solo per il dissenso espresso dai territori coinvolti, ma anche perché va in direzione opposta rispetto alle indicazioni della Commissione Europea, che punta a rendere centrale la produzione delle stesse molecole che in Italia si vuole smettere di produrre”. E non solo: Bruxelles ipotizza tassazioni aggiuntive per le produzioni chimiche esterne all’UE. “Una vera schizofrenia industriale – ha detto – che si manifesta in un momento segnato da una guerra commerciale globale, fatta di dazi e politiche aggressive come quelle messe in atto dagli Stati Uniti”.

Filiera chimica e lavoro sotto attacco

La Cgil ha espresso forti preoccupazioni per gli effetti devastanti che il piano Eni potrebbe avere sull’occupazione e sull’intera filiera produttiva. A rischiare non sono solo i lavoratori degli impianti di Priolo e Brindisi, ma anche quelli delle altre sedi di Eni Versalis in Emilia-Romagna e Lombardia.

Il governa faccia chiarezza sulla propria strategia industriale

Gesmundo ha infine espresso soddisfazione per la determinazione mostrata dai parlamentari del M5S nel portare avanti questa battaglia, sia sui territori che in Parlamento. Il sindacato ha accolto positivamente anche la decisione annunciata dai deputati di promuovere un atto di indirizzo per chiedere al governo chiarezza sulla strategia industriale e di sollecitare l’audizione in Parlamento dell’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, affinché risponda delle scelte aziendali davanti al Paese.