Dopo un’infinita vertenza durata ben 12 anni, arriva finalmente una soluzione per i 540 lavoratori dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, oggi Blutec in amministrazione straordinaria. Un accordo raggiunto dopo mesi di trattative porterà alla riqualificazione e al reimpiego di 350 dipendenti, mentre i restanti 190 potranno accedere all’isopensione che garantirà loro la possibilità di raggiungere i requisiti pensionistici entro sette anni. La giornata del 12 agosto segna un punto di svolta per una delle crisi industriali più complesse e prolungate nella storia recente dell’Italia. L’accordo – frutto della collaborazione tra l’amministrazione straordinaria, il gruppo Pelligra, la Regione Sicilia e le organizzazioni sindacali – mette fine a un lungo periodo di incertezza per centinaia di famiglie del territorio.

I cancelli della Blutec

Un futuro per 350 lavoratori con il gruppo Pelligra

Il gruppo Pelligra, vincitore del bando per la riqualificazione dell’area, si è impegnato a formare e reimpiegare 350 lavoratori nell’ambito di un nuovo progetto industriale. Il piano prevede il rilancio dell’area industriale e rappresenta una speranza concreta per il futuro occupazionale di una parte significativa dei dipendenti ex Blutec. Questi lavoratori saranno ufficialmente trasferiti al nuovo gruppo a partire dal prossimo 1 novembre.

Isopensione per 190 lavoratori

Per i restanti 190 – che sarebbero rimasti fuori – l’accordo prevede l’accesso all’isopensione a partire dal 1 gennaio 2025, permettendo loro di maturare i requisiti necessari per la pensione entro i prossimi sette anni. Questa soluzione è stata possibile anche grazie alla decisione della Regione Sicilia, che nel 2022 ha stanziato 30 milioni di euro per le politiche attive e passive destinate ai lavoratori dell’ex stabilimento di Termini Imerese.

Una manifestazione degli anni passati a Palermo

Il ruolo di istituzioni e sindacati

Il successo dell’accordo è senz’altro attribuibile alla cooperazione tra diversi attori. L’amministrazione straordinaria e i suoi commissari hanno condotto le trattative con le organizzazioni sindacali evitando scontri e decisioni unilaterali, garantendo un dialogo costruttivo e continuo. La Regione Sicilia ha svolto un ruolo cruciale, stanziando risorse e sostenendo le soluzioni proposte. Le organizzazioni sindacali, in particolare la Fiom, hanno lavorato instancabilmente per evitare qualsiasi procedura di licenziamento collettivo, cercando una soluzione che includesse tutti i lavoratori. A ricordarlo sono Samuele Lodi, coordinatore nazionale Fiom del settore Mobilità, e Roberto Mastrosimone, Fiom nazionale, che hanno espresso soddisfazione per l’accordo, definendolo un “ottimo risultato” che non lascia indietro nessuno.

Prospettive future e ulteriori sfide

Mentre si chiude un capitolo lungo e a tratti doloroso, il futuro dello stabilimento resta ovviamente legato alla riuscita del progetto industriale del gruppo Pelligra. La Fiom ha già fatto sapere che continuerà a vigilare affinché questa prospettiva industriale sia duratura e possa, in futuro, coinvolgere un numero ancora maggiore di lavoratori, inclusi i quasi 200 ex dipendenti dell’indotto. La possibilità di una proroga dell’Area di crisi e l’estensione degli ammortizzatori sociali per questi lavoratori sono alcune delle sfide che sindacati e istituzioni dovranno affrontare nei prossimi mesi. Oggi, però, Termini Imerese può finalmente guardare al futuro con maggiore speranza, nel giorno in cui possiamo scrivere la parola fine a una delle vertenze più lunghe nella storia industriale italiana.

Landini-De Palma: Tutelato il lavoro

“Le firme sull’accordo raggiunto oggi sono frutto della determinazione dei lavoratori e del sindacato. Il nostro obiettivo dopo la chiusura di Fiat è sempre stato improntato a difendere i lavoratori e il sito industriale”. Lo affermano Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, e Michele De Palma, segretario generale della Fiom Cgil.

“La decisione di abbandonare Termini Imerese – aggiungono – è stato l’inizio di un disimpegno generale della Fiat dal nostro Paese, per questo ci siamo opposti. Ci sono voluti anni, duri, in cui abbiamo dovuto evitare speculazioni di ogni tipo. La correttezza dei commissari e delle istituzioni è stata determinante per i lavoratori”.

“L’accordo – concludono Landini e De Palma –  tutela l’occupazione e riconosce un investimento per il lavoro nell’area di Termini Imerese. Oggi si è messo un punto fermo per poter ripartire. Continueremo a impegnarci per raggiungere gli obiettivi previsti a tutela di tutti i lavoratori”