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“Si è svolto nel pomeriggio, in video conferenza, l'incontro convocato dal Mise per la vertenza Speedline di Santa Maria di Sala (Venezia) alla presenza dell'amministratore delegato e del responsabile finanziario del Gruppo Ronal e delle istituzioni locali". A darne notizia in una nota congiunta sono Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom Cgil, Silvia Spera, Area Politiche Industriali per la Cgil nazionale, Manuela Musolla, segretaria della Fiom Cgil di Venezia e Ugo Agiollo, segretario generale della Cgil di Venezia. "L'amministratore delegato - scrivono i dirigenti sindacali - ha comunicato che Speedline ha ricevuto dal Gruppo Ronal circa 250 milioni di euro negli ultimi 10 anni e al momento perde un milione di euro al mese. Lo stesso Gruppo Ronal è in una situazione finanziaria non ottimale, ragione per cui non può più sostenere le perdite dello Stabilimento di Tabina.
Alla fine del lungo incontro l'Ad ha accettato di ritirare la decisione di chiudere lo stabilimento, di non avviare ulteriori attività propedeutiche alla delocalizzazione dei prodotti e di garantire alle organizzazioni sindacali l'accesso a tutte le informazioni. Richiesta avanzata, anche nel precedente incontro, dalle organizzazioni sindacali e sostenuta da tutte le istituzioni presenti.
La revoca della decisione - si legge nel comunicato - permette di aprire una trattativa vera che deve partire dall'analisi della situazione, individuarne le cause e trovare soluzioni con due obiettivi fermi: il mantenimento delle produzioni e la garanzia dell'occupazione di tutti gli oltre 800 lavoratori tra diretti, somministrati e di quanti lavorano nell'indotto.
Le lavoratrici e i lavoratori hanno garantito negli anni e anche nelle ultime settimane, l'impegno che ha permesso all'azienda di avere un prodotto di altissima qualità, da qui è necessario partire. Con l'incontro di oggi si apre un percorso articolato con tavoli tecnici presenziati dal Mise, dal Ministero del Lavoro e dalle istituzioni locali. È chiaro che la crisi della Speedline, come quella di altre aziende quali Gkn, Gianetti Ruote, Caterpillar, è il termometro di quanto sta accadendo nel settore dell'automotive e della scelta del Governo di non intervenire mettendo a rischio 50 mila posti di lavoro. È urgente - si conclude la nota - la ripartenza del tavolo dell'automotive per non perdere un settore fondamentale per l'occupazione e l'economia del nostro Paese”.