Dopo lo sciopero dello scorso 31 ottobre la Flc Cgil ha organizzato un presidio domani (12 novembre a Roma, piazza Capranica dalle 12 alle 15) in vista dello sciopero generale del 29 novembre proclamato da Cgil e Uil. Si tratta della prima di una serie di mobilitazioni che hanno l’obiettivo di modificare una legge di bilancio che, tra colpi e omissioni, danneggia con forza anche i settori della conoscenza: scuola, università, ricerca, accademie e conservatori.

La voce dei lavoratori

Questi appuntamenti, si legge in un comunicato, “saranno l’occasione per dare voce al personale dei settori della conoscenza e per illustrare le ragioni della mobilitazione alle forze parlamentari. Un contratto giusto, finanziato adeguatamente e il superamento del lavoro precario nella scuola, nell’università, negli enti di ricerca e nell’Afam, sono alla base delle rivendicazioni della categoria”.
Queste le rivendicazioni: rinnovo del contratto di lavoro con aumenti salariali adeguati a difendere il potere d’acquisto dei lavoratori del settore (tra i meno pagati come è noto in Europa); salvaguardia del contratto collettivo nazionale di lavoro contro ogni ipotesi di regionalizzazione (vedi alla voce autonomia differenziata); stabilizzazione dei troppi precari; cancellare i tagli in legge di bilancio che prevedono la riduzione del 25% del turn over di università, ricerca e alta formazione artistica e musicale, nonché di 5.660 docenti e 2.174 Ata nella scuola con la scusa del calo demografico.

Meno risorse all’istruzione

Tutte norme che hanno un solo obiettivo: sottrarre risorse al mondo dell’istruzione. Come ricordato dalla segretaria generale della Flc Cgil Gianna Fracassi in una recente intervista su Collettiva, su tutti i settori della conoscenza da un lato si fa cassa e dall’altro si produce un vero e proprio arretramento economico: “In tutti questi settore - aggiunge - i salari sono bassi, inadeguati. E non solo rispetto all’Europa, ma anche rispetto al resto della pubblica amministrazione italiana”.

Come è noto lo stanziamento del governo nella manovra prevede un aumento salariale del 5,78%, mentre l’erosione del potere d’acquisto dei salari determinata dal triennio di inflazione 2022-24 è stata del 18% circa.

Troppi precari

E poi naturalmente il numero inaudito di precari nella scuola – che è arrivato a quota 250 mila, tantissimi nel sostegno – ma non solo, essendo ormai un numero elevatissimo anche nella ricerca e nelle università dove, grazie alla riforma del preruolo voluta dalla ministra Bernini, crescerà ancora di più, rendendo il futuro dei giovani ricercatori sempre più incerto e dunque appetibile una “fuga” all’estero.

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Insomma - è sempre Fracassi a dirlo - “un governo di destra sa fare solo questo: tagliare. Sembra di essere tornati al 2008, ai tempi di Tremonti e Gelmini. E la cosa più grave è che lo si fa in un momento così importante per il Paese, una fase dedicata dal punto di vista dello sviluppo in cui si dovrebbe investire nei settori cruciali e costruire coesione sociale attraverso la scuola e la sanità”.

Non solo legge di bilancio

Bisogna ricordare, in conclusione, che la protesta della Flc non riguarda solo la legge di bilancio. Prosegue infatti l’iter al senato del ddl Semplificazioni fortemente contestato dal sindacato della conoscenza della Cgil perché “rischia di consegnare una delega in bianco al governo su aspetti importanti come gli organi collegiali per la scuola e il rapporto di lavoro per ricerca, università e Afam”.

Sotto accusa da un lato lo strumento che “contiene enunciazioni troppo generali e non ha direttive vincolanti, limitatrici della discrezionalità del governo nella definizione della disciplina delegata” e dall’altro il fatto che i suoi contenuti “prevedono interventi veri e propri di riforma e non di semplificazione o di riordino”. Proprio per questo la Flc Cgil ha proposto una serie di emendamenti.

Intanto domani e il 29 novembre tocca a lavoratori e cittadini farsi sentire: perché la conoscenza è di tutti e tutte.