Genova: sciopero giovedì 20 giugno per i lavoratori destinati al carico di materiale bellico sulla motonave “Bahri Jazan”. Lo ha proclamato la Filt del capoluogo ligure. La decisione è stata assunta a seguito di quanto accaduto dopo la protesta del 20 maggio in occasione dell’arrivo della Bahri Yanbu. L’appuntamento è fissato per giovedì mattina dalle ore 6.00 con un presidio davanti a Ponte Etiopia e invitiamo sin d’ora i lavoratori fuori dal servizio e la popolazione a partecipare chiedendo nel contempo a tutte le forze politiche l’appoggio e la condivisione espressa alle nostre ragioni negli ordini del giorno approvati in Comune e in Regione.
"Lo scenario che ha giustificato la protesta del maggio scorso è rimasto immutato e questo nonostante le rassicurazioni del produttore dei generatori, la Teknel al centro della vicenda, l’Autorità di Sistema Portuale e ai rappresentanti del Terminal Gmt/Csm, nella riunione del 3 giugno", si legge in una nota.
In quell’incontro, al quale hanno partecipato rappresentanti della Filt Cgil e della Camera del Lavoro, "non è stato prodotto alcun accordo, ma un semplice verbale di incontro, che prendeva atto della documentazione presentata dalla stessa azienda produttrice e successivamente inoltrato alla Prefettura per ulteriori verifiche e valutazioni. Il verbale di riunione illustra come sia stato lo stesso produttore a fornire documentazione circa la destinazione ad uso civile del carico, poi smentito dalla classificazione di quel materiale come bellico".
Per questi motivi è stata proclamata la mobilitazione del 20 giugno quando si riproporrà lo stesso problema sulla motonave Bahri Jazan. "In questo modo pensiamo di poter dare un contributo al nascere di una discussione pubblica rispetto ad un problema grave come quello della guerra nello Yemen dove negli ultimi 3 anni e mezzo, il conflitto ha provocato oltre 10 mila morti e dove più di 22 milioni di persone si trovano in situazioni di estremo bisogno e dipendenti per la propria sopravvivenza dagli aiuti umanitari", spiega il sindacato.
Nonostante i due ordini del giorno votati all’unanimità da Regione Liguria e Comune di Genova per sollecitare un intervento nazionale, richiamando la legge 185 del 1990, la posizione comune 2008/944/Pesc del consiglio dell’Unione Europea, la risoluzione del 3/10/2018 del Parlamento Europeo dove si parla di crimini di guerra, di continue violenze su quel territorio e di attacchi nei confronti della popolazione, "ancora oggi dal nostro Governo non si percepisce alcuna volontà di vietare i traffici di armi verso quei territori, come peraltro avvenuto da parte di altri Stati europei", continua il sindacato.
"Il mondo del lavoro richiama la politica tutta, il parlamento ed il Governo, ad attivarsi per fermare quanto sta avvenendo nel dimenticato territorio Yemenita dove giornalmente si segnalano gravi violazioni al diritto internazionale", termina la nota.