Aumentano gli infortuni e a farne le spese sono soprattupiù si scaricano le fragilità del sistema. Per questo, è necessaria una formazione adeguata e di qualità”.

I dati e l’analisi

Rispetto allo stesso periodo del 2024 (2.487 infortuni) le denunce sono passate a 2.514 (+1,1%), valore in controtendenza rispetto a quello medio del Paese (-3,4%). La provincia più colpita è Macerata dove si registra un + 13,3% seguita da Fermo con +5,5%, e Ascoli Piceno con +1,9%. Nell’incremento, le donne sono le più colpite, +2,4%, quindi gli over 60 ,+17,2%. Il settore con l’aumento maggiore è quello di chimica, gomma e plastica con +52,5%. Una situazione preoccupante e che fa riflettere anche in vista del 28 aprile, giornata mondiale della sicurezza sul lavoro.

“Questi dati rispecchiano fedelmente le criticità e le distorsioni del nostro modello produttivo, che devono essere rimosse al più presto – sottolinea Longhin- , ecco perché ci vuole una formazione adeguata, da svolgere prima che i lavoratori vengano adibiti a specifiche mansioni. Il tutto anche tenendo conto della conoscenza della lingua italiana per gli stranieri. Ma, soprattutto, la formazione deve essere erogata da enti accreditati e certificati”. La precarietà crea “insicurezza e su questo occorre intervenire”.

Per quanto riguarda gli over 60, chiarisce Longhin, “il fenomeno è sempre più diffuso “perché, nelle Marche, stipendi e pensioni sono basse e dunque spesso si è costretti a lavorare fino a tarda età”. Infine, per quel che concerne gli stranieri, anche loro tra i più colpiti da infortuni, chiude la segretaria, “vanno considerati i fenomeni di dumping, dovuti allo sfruttamento della manodopera illegale e ai fenomeni di caporalato”.