“Aggressioni a chi lavora: legittima tutela”, un’iniziativa promossa dalla Filt Cgil nazionale e della Toscana per un focus su aggressioni, violenze e molestie sui luoghi di lavoro, le cui denunce sono in crescita. Gli ultimi dati della Fondazione Di Vittorio dicono che i numeri non sono così distanti: il 58% dei lavoratori dei trasporti ha denunciato di essere vittima di almeno un episodio di violenza.
L’incontro, che ha avuto luogo lo scorso 17 maggio, allestito alla Camera del lavoro di Firenze, è stato introdotto dalla testimonianza di una delegata della Filt Toscana, Martina Montemaggi, che lavora all’aeroporto di Pisa. Nelle sue parole la descrizione del problema vissuto nella quotidianità e la richiesta di un monitoraggio, come già avviene per la sanità, al quale partecipino istituzioni, aziende e sindacati.
Durante l’iniziativa, con il coordinamento di Giorgia Fattinnanzi (Cgil nazionale), si sono alternati i contributi della segretaria nazionale della Filt, Cecilia Casula, della segretaria della Cgil Toscana, Gessica Beneforti, e una serie di dirigenti di settore di Aspi, Anav, Rfi e Inail per il primo panel. Nel secondo, quindi, gli interventi della segretaria generale Filt Toscana, Monica Santucci, l’assessore Trasporti della Regione Toscana, Stefano Bacelli, il responsabile settore prevenzione e protezione negli ambienti di vita e di lavoro Sanità Toscana, Giovanna Bianco e dirigenti di Toscana aeroporti handling e Autolinee Toscane. Le conclusioni sono state affidate al segretario generale della Filt nazionale, Stefano Malorgio.
Cecilia Casula ha sottolineato come la Filt Cgil da tempo “lavora per affrontare in maniera concreta e trasversale il tema delle aggressioni e delle molestie sul lavoro attraverso protocolli dei quali serve monitorare la corretta e sostanziale applicazione”. L'obiettivo è proseguire questo lavoro nelle piattaforme di rinnovo del contratto nazionale di categoria per introdurre proposte di buone prassi in tutti i contratti. Per Casula serve per questo “sinergia con aziende, controparti ed istituzioni” anche per ottenere “una formazione continua e il potenziamento di supporti legali e psicologici a lavoratrici e lavoratori".
Stefano Malorgio ha sottolineato come "il fenomeno delle aggressioni, che colpisce nei trasporti principalmente le lavoratrici, è soprattutto di natura sociale e inoltre i trasporti incrociano due elementi come il fatto di essere un servizio pubblico e l'aumento della violenza sulle donne". Inoltre l'aumento degli episodi è "proporzionale alle condizioni del settore ed il nostro è un Paese che non investe risorse nei trasporti, che non sono soltanto le infrastrutture. Serve inoltre un investimento culturale per diffondere la cultura del rispetto per chi fa un lavoro che fornisce un servizio di utilità pubblica e, nel contempo, proseguire il lavoro sui contratti".
È stata infine formulata anche l’ipotesi di un Daspo, un divieto di accesso al trasporto pubblico, per i passeggeri violenti, così come avviene per i tifosi alle manifestazioni sportive.