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Anche nel decreto Sostegni, per l’ennesima volta, gli stagionali dell’agricoltura sono stati esclusi da ogni tipo di ristoro. Le lavoratrici e i lavoratori agricoli, quelli che lavorano negli agriturismi, nel settore del florovivaismo, e nelle cooperative agricole sono stati nuovamente discriminati. I lavoratori di questi settori nel 2020 hanno perso milioni di giornate di lavoro in Italia, mentre in Emilia Romagna si stima la perdita di oltre 550.000 giornate lavorative per colpa della crisi del canale Horeka, ma anche a causa delle intemperie climatiche e cimici asiatiche, che hanno colpito duramente i territori a maggior vocazione ortofrutticola come il territorio ravennate (-26% delle giornate lavorate rispetto al 2019).
Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil hanno già svolto una serie di iniziative di mobilitazione della categoria. Il 31 marzo si è svolto un presidio di lavoratori davanti al Senato per spiegare le richieste di modifica e di integrazione al decreto Sostegni. Il 10 aprile si sono svolte manifestazioni davanti alle prefetture di tutta Italia. Le segreterie nazionali hanno incontrato ministri e parlamentari, senza nessun concreto risultato. Quindi per venerdì 30 aprile è stato proclamato lo sciopero del comparto agricolo in tutta Italia per l’intera giornata.
I lavoratori agricoli dell’Emilia-Romagna sono chiamati a manifestare davanti alla prefettura di Bologna in piazza Roosevelt, dalle 10 alle 12 e 30, per rivendicare: la garanzia per l’anno 2020, ai fini della tutela assistenziale e previdenziale, delle stesse giornate di lavoro svolte nel 2019; l’estensione della Naspi ai dipendenti a tempo indeterminato di imprese cooperative e dei loro consorzi; tutele ai lavoratori agricoli nelle zone colpite da calamità naturali, eventi distruttivi, parassiti quali Xylella e cimice asiatica che provocano una perdita di reddito per i lavoratori, ma anche la perdita di diritti previdenziali e assistenziali, compreso il possibile mancato riconoscimento della disoccupazione agricola; le lavoratrici donne, ancora una volta, sono le più penalizzate; riconoscimento di una cassa integrazione stabile anche per i pescatori vista la forte riduzione dell’attività di pesca; il bonus per gli stagionali dell’agricoltura e la sua compatibilità con il reddito di emergenza.
"Oltre a questi punti, per noi essenziali, nelle mobilitazioni presenteremo anche: la richiesta di riconoscere la 'clausola sulla condizionalità sociale' nella politica agricola comune (Pac) e nei Piani di sviluppo rurale (Psr), per fare in modo che i contributi europei vadano solo a chi rispetta i contratti di lavoro e le leggi sociali e rimarcheremo la nostra contrarietà al tentativo di semplificare, ancora di più, l’uso dei voucher in agricoltura, con gravi ricadute sulle tutele e i diritti dei lavoratori. Infine, con la mobilitazione, vogliamo ribadire l’esigenza di rinnovare rapidamente i contratti provinciali, scaduti il 31 dicembre 2019 e che non vedono ancora nessun rinnovo nel nostro territorio regionale (a livello nazionale sono solo 11 su 96 quelli rinnovati)", affermano le tre sigle di categoria.