È stata approvata dal Parlamento italiano la ratifica degli accordi tra Italia e Svizzera sull'imposizione dei lavoratori frontalieri. Il nuovo testo ha come obiettivi evitare le doppie imposizioni e regolare questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio. L'accordo, che è stato firmato a Roma il 23 dicembre 2020, sostituirà quindi quello del 1974 e stabilisce il metodo della tassazione concorrente, che attribuisce i diritti di imposizione sia allo Stato di residenza sia a quello fonte del reddito da lavoro dipendente.
L'imponibile riguarda l'80% del Paese dove si lavora, lo Stato di residenza applica poi la propria tassazione sui redditi ed elimina la doppia imposizione relativamente alle imposte prelevate nell'altro Stato. I Comuni di frontiera avranno poi un finanziamento di 89 milioni di euro annui, e per potenziamento infrastrutture e sostegno ai salari arrivano 1,66 milioni di euro con l'istituzione di un Fondo per lo sviluppo economico. Per il responsabile nazionale dei frontalieri della Cgil, Giuseppe Augurusa, si tratta di passo decisivo, "un caso unico, che porterà finalmente a uno Statuto dei lavoratori di frontiera"