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La proposta avanzata da Fca per una fusione paritetica con il gruppo Renault è “importante” ed è “una conferma che i processi di innovazione, che nel mondo stanno coinvolgendo tutti i produttori di automotive, necessitano di grandi investimenti, di nuove alleanze, e di chiare scelte industriali”. Lo dichiarano in una nota congiunta Cgil e Fiom nazionali, a poche ore dall’ufficializzazione dell’interesse del Lingotto a un matrimonio con la casa automobilistica francese, unione che darebbe vita al terzo più grande costruttore automobilistico mondiale.
Restano però ancora molte incognite su un’operazione che, secondo quanto dichiarato da Fca, “non comporterà alcuna chiusura di stabilimenti”. Cgil e Fiom sottolineano che “in assenza, per ora, di indicazioni concrete sul piano industriale, è necessario che le stesse garanzie siano date sulla difesa dei livelli occupazionali e che l’azienda convochi un apposito incontro con tutte le organizzazioni sindacali”.
Quanto alle voci su Nissan - “che ha un accordo con Renault” ma “non sarebbe coinvolta nell’operazione” -, per il sindacato fanno emergere “un punto delicato da approfondire meglio sia per quanto riguarda il rapporto con il mercato asiatico, sia per quanto concerne l’esistenza di eventuali sovrapposizioni produttive”.
“Tra gli azionisti del gruppo Renault vi è lo Stato francese – proseguono Cgil e Fiom –. Anche il governo italiano dovrebbe cogliere l’importanza strategica per l’Italia di avere una solida produzione automobilistica e, quindi, della necessità di dotarsi di tutti gli strumenti necessari perché questa fusione, qualora andasse in porto, garantisca risultati positivi per tutte le lavoratrici e i lavoratori di questo Paese”.
“Per questo sarebbe utile che il governo si attivasse per aprire un tavolo nazionale sull'automotive, al fine di discutere con urgenza sulle prospettive industriali dell’auto e della componentistica, sul futuro di ricerca e sviluppo nel settore, della mobilità ecosostenibile e sulla salvaguardia dei posti di lavoro. È infatti necessario e urgente mettere in campo politiche industriali, anche con l'intervento pubblico, nell'automotive come negli altri settori strategici. Per ottenere questi risultati è, infine, indispensabile un’azione comune di tutti i sindacati”, concludono la Cgil e la Fiom.