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Sembra davvero uno schiaffo in piena faccia. Per i 400 operai della ex Embraco di Riva di Chieri, provincia di Torino, che da settimane presidiano piazza Castello e sono stati di fatto già licenziati. Per i loro colleghi della Acc di Mel, provincia di Belluno, in estrema difficoltà. Quasi 700 lavoratori che da anni lottano per resistere e che avevano trovato nel progetto Italcomp, un grande polo di produzione di compressori per frigoriferi per il mercato europeo, non soltanto una soluzione ai loro problemi, ma un vero e proprio strumento di rilancio e sviluppo per l'intero settore e per l'industria nazionale. Niente da fare, alla fine. Dopo mille dichiarazioni, piccole fughe in avanti sulla carta e molti passi indietro, il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, nel peggiore dei modi, con una dichiarazione a mezzo stampa, ha chiuso la porta. E tanti saluti.
“Abbiamo esplorato, - le parole del ministro - insieme con la viceministra Todde, tutte le possibilità della proposta Italcomp del commissario straordinario di Acc che avrebbe potuto coinvolgere Embraco. Purtroppo, pur consapevoli della situazione delicata e difficile, non ci sono le condizioni essenziali cioè proposte di investitori privati per proseguire con esito positivo su questa strada. Obiettivo è superare l’attuale stallo e in questo senso continuano senza sosta le valutazioni della viceministra Todde, che ha la mia fiducia e che sta seguendo da tempo la vicenda di questa crisi”. Insomma, titola anche l'Ansa, "Italcomp, proposta non perseguibile".
Durissima la reazione di Stefano Bona, segretario generale Fiom Belluno e di Ugo Bolognesi, della Fiom di Torino. "In total spregio delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori apprendiamo a mezzo stampa da parte del ministro Giorgetti la non perseguibilità del progetto Italcomp. Prendiamo atto della ritrovata sintonia e unità di intenti tra il ministro e il vice ministro Todde ma non possiamo non precisare che il progetto Italcomp era stato presentato in veste ufficiale dalla stessa Todde il 15 Settembre in prefettura a Torino, il 2 ottobre in quella di Belluno in presenza di tutte le cariche istituzionali e poi ratificato il 12 novembre al tavolo ministeriale. Lo scorso 23 Aprile nell'ultimo tavolo ministeriale il viceministro Todde aveva ribadito in modo chiaro la prosecuzione del progetto e dichiarato il tavolo aperto salvo poi con la farsa del verbale, scritto o non scritto, ancor oggi sconosciuto, sconfessare se stessa e il governo. Appare come minimo bizzarro che il "fidanzamento" Todde-Giorgetti chiuda definitivamente il progetto Italcomp, ribadiamo concepito e proposto dal governo con l'allora ministro Patuanelli. Veramente il cosiddetto governo dei migliori pensa che siamo tutti degli stupidi e in quale parte della loro azione di governo risiede il rispetto delle parti, lavoratori in primis! Infine, quali soluzioni per Acc se Italcomp è morto! svendita a Bengalesi o a grandi gruppi che la distruggerebbero? Oppure un piano di rilancio con l'arrivo dei finanziamenti promessi? Siamo alla commedia se non alla farsa! Spettacolo deprimente sulla pelle dei lavoratori!".
"Il progetto è stato liquidato con troppa leggerezza dal ministro", commentano Fim, Fiom e Uilm nazionali. "In questi mesi i lavoratori di Acc ed Embraco hanno sostenuto la costituzione del polo con sacrifici salariali. La dichiarazione di Giorgetti è ingiusta e speriamo non precluda a un impegno occupazionale in favore dei lavoratori. Anche per questo chiediamo l'immediata riconvocazione del tavolo al Mise".