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"Abbiamo sottoscritto con l'Unione terre di pianura l'accordo sulle garanzie e tutele del personale trasferito o assunto. Il perché di questa firma è presto detto: questa intesa è il risultato di mesi di confronto con la parte pubblica sul trasferimento del personale impiegato nei servizi sociali, educativo e urbanistica dei Comuni di Granarolo, Minerbio, Baricella e Malalbergo, attualmente costituenti l'Unione, che hanno portato a migliorare l'accordo già esistente (sottoscritto nel 2014 da tutte le sigle), e ad avere oggi un testo che con orgoglio potremmo definire innovativo e sicuramente unico nel suo genere". Così in un comunicato congiunto Fp Cgil, Uil Fpl e Rsu di Bologna.
"Infatti, con questa firma non solo confermiamo le garanzie già esistenti per i lavoratori che vengono trasferiti dai vari Comuni, ma le ampliamo sostanzialmente. Ci sono, ad esempio, tutte le assicurazioni necessarie per evitare, in caso di esternalizzazioni, cattive sorprese. Ci sono inoltre e soprattutto garanzie del tutto innovative come quella rispetto al personale che assunto dall'Unione stessa, al quale si garantisce con certezza la continuità del posto di lavoro anche qualora si pervenga al caso estremo dello scioglimento dell’Unione", rilevano Marco Iacono e Silvia Antolini (Fp Cgil) e Stefano Di Petta (Uil Fpl).
"A fronte di tali conquiste, non possiamo non essere allibiti rispetto al comportamento di altre sigle sindacali, che nonostante abbiano partecipato attivamente alla trattativa, si rifiutano di firmare, arroccandosi su richieste e questioni che potranno tranquillamente trovare spazio in successivi confronti con la parte pubblica. Confronti, peraltro, che sono ancora in corso. Soprattutto, questioni la cui trattazione successiva non pregiudica l’importanza e la centralità delle numerose garanzie che siamo riusciti a ottenere rispetto a dei trasferimenti che si sarebbero ad ogni modo attuati. Siamo di fronte, quindi, a un perverso gioco di richiesta di confronto a oltranza, che non mira, a nostro avviso, al raggiungimento di importanti tutele sindacali, ma meramente a confondere i lavoratori rispetto ai risultati raggiunti con il fine di ampliare il consenso sindacale. Il fine è davvero il bene dei lavoratori?", si chiedono infine i sindacalisti.