“Noi non siamo più, da molti anni, la città e la regione dell’automobile. L’ultima volta che queste istituzioni hanno discusso, immaginando un futuro, era il 2013. Si diceva che saremmo stati il polo del lusso e oggi, quando si lavora, siamo a tre Maserati al giorno”. Così ha aperto il suo intervento il segretario generale della Cgil Piemonte, Giorgio Airaudo, durante la seduta del Consiglio regionale aperto sulla crisi dell’automotive.

“Dal 2008 ad oggi hanno chiuso 500 aziende metalmeccaniche dell’indotto, siamo al 18esimo anno di cassa integrazione, si è prodotta più cassa integrazione che auto in 18 anni – ha sottolineato Airaudo - . Qui si tratta di ricostruire una presenza industriale, dove sicuramente Stellantis deve ancora giocare un ruolo, ma è uno spazio limitato, troppo piccolo per il peso economico che l’autoveicolo ha su questa provincia e su questa regione.

Stellantis è un interlocutore, ma bisogna capire se ce ne sono anche altri, senza un secondo produttore non si giustificano i 3 milioni di metri quadri di Mirafiori, ci pensi il Comune di Torino che ha uno strumento che si chiama piano regolatore”.

"Vi segnalo – ha detto Airaudo rivolto ai presenti – che, legata alla componentistica, nell’ultimo mese in Piemonte ha chiuso una fabbrica alla settimana. Rischiamo di perdere la componentistica che è la cosa più preziosa che ci è rimasta perché è l’ultima struttura industriale integrata di questo Paese. C’è una crisi congiunturale e abbiamo bisogno di strumenti qui e ora. Lo dico al presidente della Regione, agli imprenditori e a noi sindacalisti: abbiamo bisogno di uno strumento, un nuovo ammortizzatore sociale finanziato dall’Europa per gestire la transizione”.