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"Apprendiamo dalle Rsu di Acciai speciali Terni che l’azienda sta procedendo, in questi giorni, alla trasformazione di una parte di contratti interinali in essere all’interno del sito e giunti a termine, secondo i limiti di legge, attraverso lo staff-leasing, che rappresenta, a nostro avviso, la stabilizzazione del precariato". Così la Fiom Terni in una nota.
Il fatto che Ast, azienda più importante del territorio e strategica per il Paese, proceda con questa modalità non è certamente un bel segnale e un bell’esempio per l’insieme del territorio. "Oltre all’unilateralità della scelta, senza un confronto con il sindacato e senza, soprattutto, una prospettiva certa di stabilizzazione dei contratti, c’è, a nostro avviso, un atteggiamento contraddittorio rispetto ai buoni propositi previsti dal decreto dignità”, continua il comunicato sindacale.
"È evidente che dietro questa scelta c’è la volontà di non impegnarsi nel rapporto di lavoro diretto da parte di Ast, che non vuole assumersi responsabilità sull’occupazione, alimentando, al contrario, il ricorso all’intermediazione di manodopera. Riteniamo tutto ciò scorretto e sbagliato, perché tutti i lavoratori hanno contribuito ai risultati del gruppo, hanno acquisito in questi anni professionalità e meriterebbero il riconoscimento di un rapporto di lavoro stabile, con parità di salario e diritti, soprattutto a fronte alle ripetute dichiarazioni di strategicità ed importanza da parte di ThyssenKrupp su Terni", prosegue la Fiom locale.
"Quanto sta succedendo, certifica la mancanza di chiarezza sulle strategie industriali future di Thyssenkrupp per Ast e soprattutto costituisce un precedente nel sistema delle relazioni e nella regolamentazione dei rapporti di lavoro tra azienda e lavoratori, modificando radicalmente quanto nel sito siderurgico si è costruito negli anni, attraverso la contrattazione aziendale, che ha sempre migliorato termini di legge e contrattuali", aggiunge il sindacato.
"Per quanto ci riguarda, quanto si sta determinando ad opera del management ternano in un'azienda che ha fatto scuola nel panorama delle relazioni, è totalmente inaccettabile, non fosse altro per come, attraverso questo strumento, si calpesta la dignità della persona. La questione dovrà essere uno dei punti da portare all’attenzione del governo l'8 aprile, auspicando che lo stesso governo, promotore del decreto dignità, assuma una posizione decisa nei confronti di una azienda strategica per il paese e d'importanza nazionale", concludono i metalmeccanici ternani.