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I lavori di predisposizione dell’area specifica di 9.000 metri quadri al centro della fabbrica per l’installazione e la messa a punto delle nuove linee di produzione procedono velocemente. Si partirà dopo Ferragosto, il 17 per la precisione, e per il momento interesseranno il 25% del totale degli addetti, pari a 450 unità (sui 1.800 complessivi in organico), tutti su base volontaria. L’impianto è quello della Fca di Pratola Serra, in provincia di Avellino, che, d’ora in poi, si cimenterà anche nella creazione di mascherine chirurgiche per i bambini delle scuole - dalle elementari alle superiori - oltre alla consueta costruzione di motori diesel per automobili..
“Sarà una lavorazione aggiuntiva, non sostitutiva – precisa Giuseppe Morsa, segretario generale Fiom Cgil Avellino -, perché non è in atto alcuna riconversione industriale, il nostro core business rimane il motore diesel e il nostro mercato di riferimento quello l’industria dell’auto. Abbiamo preso positivamente la decisione di Fca di avviare la produzione di 27 milioni di mascherine al giorno nei due stabilimenti, di cui 10 milioni a Mirafiori e 17 a Pratola Serra, nell’ambito delle iniziative intraprese per combattere la diffusione del Coronavirus. I lavoratori metalmeccanici sono sempre in prima linea quando si tratta di dare un aiuto al Paese in difficoltà e anche stavolta non si sono tirati indietro e sono pronti a dare il loro importante contributo alla produzione di uno strumento indispensabile al contenimento del contagio, in una fase in cui l’Italia sta ancora affrontando l’emergenza sanitaria”.
All’interno dell’impianto, verrà allestito ex novo un intero reparto con diciannove macchine adibite alla nuova attività, che dovrebbe perdurare in un arco di tempo compreso fra sei mesi e un anno. “Saputa la notizia - rivela il dirigente sindacale -, tutti noi ci siamo detti disponibili alla nuova produzione e il riscontro con i lavoratori, che opereranno di raccordo con il Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, per la distribuzione di mascherine sul territorio nazionale attraverso la Protezione civile, è stato assolutamente positivo: hanno accolto la novità con ottimismo, pur mantenendo una certa preoccupazione per il futuro di Pratola Serra, considerando che attualmente sono tutti con il contratto di solidarietà al 42% di presenza, e arrivano a essere impiegati tre-quattro-cinque-sei-sette giorni, con punte di dieci al massimo, quando va bene, nell’arco di un mese”.
Con questa scelta, a Pratola Serra si raggiunge anche l’obiettivo di un maggiore impiego degli impianti, fermi dal settembre 2019 al 40% di saturazione. “Si tratta di uno stabilimento - ricorda Morsa – in cui il ricorso agli ammortizzatori sociali va avanti addirittura dal 2008. La preoccupazione per il basso livello di saturazione è alta fra i lavoratori, e grazie alla nuova produzione di mascherine ora aumenterà di molto. La piena occupazione non è stata raggiunta e occorrono nuovi modelli di auto, se si vuole realmente azzerare il ricorso alla cassa integrazione. Nel nostro caso, ci battiamo per l’introduzione di motori diesel elettrici, cosa che Fca non ha ancora fatto, a differenza di altre case automobilistiche, come Audi. E’ un’operazione che va portata avanti assolutamente, e dovrebbe essere la nostra nuova mission, considerando che il comparto diesel è destinato a cessare l’intera produzione fra due anni”.