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“Intervenire per calmierare le bollette è necessario e urgente: serve un immediato di ristoro per cittadini e imprese. Ma occorrono anche una riforma strutturale della bolletta elettrica e un modello energetico in grado di calmierare il mercato del gas e accelerare gli investimenti sulle energie rinnovabili, al fine di migliorare il mix energetico e non scaricare sul Paese costi divenuti non più sopportabili”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil, Emilio Miceli.
“Certamente è necessario guardare agli extra profitti delle aziende, così come va ripensato l'insieme della bolletta elettrica. I cittadini e le imprese attraverso la bolletta – spiega il dirigente sindacale – pagano non solo il consumo, ma anche gli investimenti delle imprese elettriche, la chimera del ‘decommissioning’ del nucleare senza che sia stato creato un solo deposito, oltre un insieme di ‘mance’ finanziate direttamente dagli utenti”.
“In ultimo – aggiunge l'esponente Cgil –, c'è il rischio che distretti industriali e intere filiere produttive, che rappresentano una quota rilevante dell’export italiano, oltre che aree importanti del Paese, dall'acciaio al vetro, dalle ceramiche alla carta, passando per la chimica, solo per fare alcuni esempi, siano costretti a delocalizzare in altre aree del mondo. Rischiamo di perdere quote rilevanti di industria pregiata, prodotti strategici, lavoro per decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori. Non ci si può rassegnare all’idea che in questa parte del pianeta nessuna produzione energivora possa competere nel mercato globale”.
“Il Governo – conclude quindi il sindacalista – fa bene a intervenire, ma è necessario che si impegni a rendere la politica energetica un fattore di aiuto e non un problema per cittadini e imprese”.