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Martedì 4 luglio Cgil, Cisl e Uil di Torino saranno in piazza, dalle 10 alle 12, davanti alla prefettura in Piazza Castello. I locali di corso Verona continuano a non essere agibili: bisogna intervenire subito, per garantire la sicurezza e i diritti sia dei lavoratori che dei migranti. Una questione che va avanti da tempo, e che i sindacati chiedono di sbloccare senza più rinvii.
Nell'ultimo incontro in questura, con i rappresentanti dei sindacati e dell’Unhcr, si è parlato della fine del protocollo d’intesa firmato lo scorso anno, con scadenza a fine giugno e si sono gettate le basi per un nuovo percorso comune che tuteli dipendenti delle forze dell'ordine e i migranti i fila nel piazzale, per richiedere i documenti necessari per poter lavorare e vivere in Italia e nel torinese.
Condizioni disumane
Dopo questo, però, i sindacati hanno preso atto che non c'è la volontà di individuare una sede alternativa a quella di Corso Verona, già dichiarata inagibile da almeno un anno. Lo scorso 22 giugno le sigle hanno ottenuto il permesso per un'ispezione: "I locali sono del demanio - scrivono - e non spetta al comune ma alla Prefettura e al prefetto l’impegno e le risorse economiche per rendere sano e legale il lavoro di decine di dipendenti, poliziotti e civili e rendere il servizio ai migranti degno di un Paese civile".
Nel sopralluogo sono state riscontrate "ancora una volta le pessime condizioni sia le persone richiedenti permessi di soggiorno e documenti, costrette ad aspettare al sole in un piazzale che non ha nessuna agevolazione sia le pessime condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori della polizia, costretti a turni molto lunghi per la mancanza di personale".
Ferro, Cgil: in piazza per avere risposte
A fare il punto della situazione con Collettiva della segretaria della Cgil Torino, Elena Ferro. "Dal nostro sopralluogo - racconta - si conferma chiaramente che la sede è inagibile. C'è la presenza di muffe e crepe, ma soprattutto è una situazione indegna per le persone, considerando che alcuni richiedenti asilo arrivano all'attesa del permesso di soggiorno per due anni. Una condizione incredibile".
Quindi le richieste dei sindacati. Così la segretaria: "Chiediamo subito l'individuazione di un'altra sede, per cui servono risorse. Poi la stabilizzazioni dei precari, lavoratori della polizia e del Comune, che svolgono questi lavori. Va attivato subito il servizio della questura per lo smaltimento delle code. Chiediamo inoltre di riconoscere al sindacato il suo ruolo: vogliamo soprattutto che ci sia un coinvolgimento e un'informativa per le comunità dei migranti e rifugiati".
In generale, "bisogna aprire una discussione vera su come si pratica la politica dell'accoglienza, non basandosi sull'ordine pubblico, ma su un approccio umano e sociale. Anche perché tutte queste persone sono poi soggette ai ricatti del mercato del lavoro. Il prefetto non ha mai risposto, martedì dunque siamo in piazza". Un problema che arriva da lontano, conclude Elena Ferro: "C'è una continuità nelle politiche migratorie: questo governo ha deciso di aumentare la disumanità e inasprire le condizioni dei migranti, che già prima però erano molto severe".