“Il ricordo è un mio personale tipo di esperienza che finito io finisce anche il mio ricordo, la memoria è qualcosa di molto più importante che parte dal passato ma va nel futuro: deve essere una filosofia, un modo di concepire la vita insieme al nostro prossimo, insieme all’umanità”. Lello Dell’Ariccia ha 88 anni e quando, nel 1938, la dittatura fascista emanò le leggi razziali divenne “un cittadino di seconda categoria” come lui stesso ci racconta. Nel 1943 con l’occupazione nazista di Roma e il rastrellamento degli ebrei, parte della sua famiglia fu arrestata e deportata nei campi di sterminio. Lui, suo fratello e sua mamma si salvarono per caso e grazie a chi non si è voltato dall’altra parte.
Testimone di quello che è accaduto nel nostro Paese quando era un bambino, da adulto – insieme ad altri che hanno vissuto i periodi più bui della nostra storia – ha fondato Progetto Memoria per “passare il testimone ai giovani in modo che ognuno di loro, ma tutti insieme, possa fare in modo che quello che è accaduto non accada mai più”, spiega Dell’Ariccia.
“E quando dico non accada mai più – spiega – non intendo dire solo agli ebrei, non deve più accadere che un autorità, un governo, ma chiamiamolo con il suo nome una dittatura, possa appropriarsi della libertà, della dignità e della vita di altre persone”.
Ai giovani, che incontra fuori e dentro le scuole, Lello Dell’Ariccia lancia un appello: non voltatevi dall’altra parte, indifferenza e ignoranza sono i mali di allora e di oggi. E’ necessario difendere la democrazia e per farlo ai ragazzi e le ragazze dice “andate a votare”, “non devono delegare nessuno a decidere della propria vita. Facciano in modo di essere partecipi, di determinare le conseguenze delle loro scelte, decidiamo noi del nostro avvenire”.
Per Lello Dell’Ariccia il pericolo dell’oblio infatti è attualissimo: “l’indifferenza è diffusissima, lo era ai tempi delle leggi razziali e lo è ancora oggi”. Shoah in ebraico significa tragedia, tempesta, catastrofe e si dimentica troppo spesso quello che è successo e, ribadisce, “quello che accade in tutto il mondo e in tutti i periodi: i desaparecidos argentini, i 950 mila Tutsi in Ruanda, alle migliaia di disperati che annegano nel Mediterraneo nell’indifferenza più totale di popoli, governi, nazioni. E, non mi chiamo fuori dalla problematica, quello che succede in Ucraina e quello che succede a Gaza, possiamo avere opinioni su quello che succede ma il fatto che succede una tragedia è un fatto innegabile”.