“Vedere in carcere chi ha materialmente messo la bomba non mi avrebbe dato nessun appagamento. Mi darebbe grande appagamento scoprire la verità sul perché è stata organizzata questa strage, sui veri motivi alla base delle varie stragi italiane di quel periodo”. Sono le parole di uno dei sopravvissuti alla strage del Rapido 904, “la strage di Natale”, che il 23 dicembre 1984 provocò 15 vittime (che diventarono 16 l’anno dopo con la morte di Gioacchino Taglialatela) e 267 feriti, quando alle 19:08 una bomba piazzata nel quart’ultimo vagone di seconda classe del treno partito da Napoli alle 12:55, lo fece saltare in aria mentre si trovava all’interno della Grande Galleria dell’Appennino, tra le stazioni di Vernio e San Benedetto Val di Sambro, vicino a dove anni prima, nel 1974, avvenne un’altra strage ferroviaria, quella dell’Italicus, che le indagini portate avanti in questi quarant’anni, hanno più volte accomunato.
Mafia, camorra, ndrangheta, eversione di destra, strategia della tensione: tante le piste che sono state battute dalle indagini e dai processi condotti in questi anni, con sentenze che però non hanno mai chiarito del tutto il contesto e i motivi che portarono a quella carneficina di famiglie in viaggio dal Sud per ricongiungersi in vista delle vacanze di Natale.
Su quel treno, come secondo macchinista, c’era anche il papà di Rosaria Manzo, che sopravvisse all’attentato. Rosaria, invece, quel 23 dicembre 1984 aveva pochi mesi di vita: oggi è la presidente dell’associazione tra i familiari e le vittime del Rapido 904, costituita nel marzo 1985 e da allora porta avanti la battaglia per chiedere e ottenere verità e giustizia.
Quest’anno, per celebrare il 40esimo anniversario, è stato rinsaldato il legame tra Napoli e Bologna, città accomunate da tragedie ferroviarie e dalla lotta partigiana. Il 6 dicembre scorso, la Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna ha ospitato un convegno sulla strage del rapido 904 e i collegamenti ad altre stragi, quella del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna e quella dell’Italicus. All’iniziativa, insieme a Rosaria Manzo, ha partecipato anche il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci.
Questa mattina, alla commemorazione nella Stazione Centrale di Napoli – dove una targa ricorda i nomi delle 16 vittime – parteciperanno anche una delegazione della Cgil bolognese, proprio per rafforzare quel legame in nome della verità, della giustizia, della memoria e della lotta antifascista. Inoltre, in contemporanea con le celebrazioni di Napoli, i nomi delle vittime verranno letti anche nelle altre città attraversate dal Rapido 904 prima dell’esplosione (Roma, Firenze, Vernio, San Benedetto Val di Sambro) e in quelle in cui non arrivò mai: Bologna e Milano.
(Ha collaborato Giulia Gentile)