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Lunedì 7 ottobre, alle 12 a Palazzo Chigi, ci sarà un nuovo incontro tra organizzazioni sindacali e il Presidente del consiglio Conte. All'ordine del giorno, un confronto sulla legge di bilancio che dovrà essere scritta sulla base della Nota di aggiornamento al Def. Le cifre contenute nella nota sono state definite dalla Cgil un passo avanti, anche se restano comunque molte incertezze. Tra gli aspetti più positivi, c’è però un’attenzione particolare al contrasto alla evasione fiscale. “Abbiamo apprezzato molto che sia stata accolta una richiesta storica della Cgil, cioè mettere in campo le risorse da parte da chi non le paga, in un Paese con 130 miliardi di evasione fiscale”, ha detto la vicesegretaria generale del sindacato di corso d’Italia Gianna Fracassi ai microfoni di RadioArticolo1.
“È un un primo passo - ha continuato -, anche se per noi i 7 miliardi ipotizzati da stanziare restano pochi. Quindi è possibile fare di più ma, ci tengo a sottolinearlo, c'è un segnale che va nella direzione giusta per il recupero delle risorse”. Tra l’altro, pare definitivamente chiusa anche “la lunghissima stagione dei condoni o dei para-condoni”. Che era, per la Cgil, “un messaggio devastante per il Paese”, “l'humus in cui è cresciuta una larga infedeltà fiscale”. Quindi è “assolutamente necessario”, rimettere in campo “tutte le misure possibili di contrasto all’evasione, dalla tracciabilità, all'uso della moneta elettronica, all'abbassamento della soglia del contante. Per evitare che questa mole di evasione aumenti o non venga scalfita. Anche perché su questo si basano molte risorse per fare investimenti, e abbassare le tasse ai lavoratori e pensionati”.
Dalla nota di aggiornamento al Def arriva pure un altro segnale: si riafferma infatti con forza la progressività fiscale, un’altra delle richieste avanzate da tempo dai sindacati. “Anche qui - commenta Fracassi -, la direzione è giusta, ma siamo ancora lontani con le cifre. Ci deve infatti essere un intervento tangibile sul versante delle risorse economiche, che per il primo anno ancora è distante. Due miliardi e settecento milioni sono insufficienti per un'operazione concreta e visibile nelle buste paga e nei cedolini della pensione. Su questo bisogna assolutamente trovare risorse aggiuntive”. E soprattutto bisogna abbassare le tasse sul lavoro dipendente e le pensioni: “Io sarei anche d'accordo nel rivedere le aliquote Irpef, per esempio, differenziando per i redditi molto alti. Ma è un’operazione non sembra all'ordine del giorno, perché lo escludono tutti. Invece per noi si potrebbe intervenire sulla ricchezza finanziaria. Darebbe senso a quell'idea di giustizia fiscale che in questi anni è mancata”.
Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, recentemente ha affermato che due miliardi e mezzo di cuneo fiscale sono troppo pochi, e che bisognerebbe arrivare addirittura a 17. Solo così il mercato interno potrebbe ripartire. “La prima cosa che direi a Bonomi è ‘benvenuto tra noi’ – ironizza Fracassi -, dopodiché gli spiegherei che nel cuneo fiscale ci sono anche i contributi che pagano le imprese, che in questi anni hanno ricevuto incentivi e riduzioni delle tasse. Prima bisogna agire sulla parte del cuneo fiscale che insiste sui lavoratori. Poi si può discutere anche del resto, ma quando ci saranno risorse”.
Nella nota al Def, però, ci sono anche diverse ombre, a giudizio di Cgil, Cisl e Uil. Innanzitutto non ci sono le risorse per il rinnovo dei contratti dei settori pubblici. E per Fracassi questo “è molto grave”, perché “non si possono ignorare tre milioni di lavoratori pubblici”. E poi manca “un accenno di qualunque natura al tema previdenza”, sopratutto “sull’uscita dei lavoratori che fanno lavori gravosi e usuranti”. Di questi temi i sindacati parleranno a Palazzo Chigi lunedì 7 ottobre, solo due giorni prima dell'assemblea nazionale dei delegati e delle delegate di Cgil, Cisl e Uil, in programma al Forum di Assago il 9. “Valuteremo rispetto agli esiti dell'incontro – ha concluso Fracassi - che cosa mettere in campo. Perché siamo contenti che si sia chiusa una stagione e se ne sia aperta un'altra. Ma adesso ai titoli della nota al Def va data concretezza, cioè risorse”.