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In questi giorni la Filt Cgil ha appreso che il Fondo nazionale trasporti, già pesantemente decurtato dalle manovre di finanza pubblica che risalgono al governo Monti, subisce l’ennesimo saccheggio. L’articolo 27 del DL 50/2017 aveva definito che il Fondo nazionale trasporti, a decorrere dal 2018, doveva essere pari a 4.932.554.000 euro, ma per il 2019 lo stanziamento complessivo ha subito un taglio netto di 58 milioni destinato al bonus fiscale per la detrazione degli abbonamenti ai mezzi pubblici previsto dalla legge di Bilancio 2018. Quindi il legislatore ha deciso di incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici attraverso un taglio di finanziamenti ai servizi. Ci chiediamo se non fossero disponibili altri capitoli di spesa dai quali attingere i fondi per il finanziamento della defiscalizzazione degli abbonamenti.
In Liguria tale decurtazione prevede una riduzione di finanziamenti per i contratti di servizio stipulati con le aziende del trasporto pubblico locale, sia su ferro che su gomma, per un importo totale di oltre 2 milioni (presumibilmente un milione a Trenitalia e il restante alle aziende della gomma).
A questo punto, per mantenere il medesimo livello di servizio, sarebbe necessario aumentare le tariffe, così come prevede la legge, per dare sostenibilità economica ai servizi di trasporto pubblico locale laddove le risorse pubbliche non sono più sufficienti. Quindi, sempre il legislatore, decide di incentivare l’acquisto degli abbonamenti, ma determina le condizioni per gli aumenti tariffari (sempre che le amministrazioni non optino per tagliare altri servizi ai cittadini).
A questo paradosso, sempre in tema di trasporti, si aggiungono le dichiarazioni di voler incentivare la mobilità sostenibile e l’intermodalità a favore del trasporto su ferro, mentre le manovre economiche, in evidente contraddizione, dimenticano di rinnovare i contributi per il ferro bonus e per lo sconto pedaggi alle imprese ferroviarie che effettuano trasporto merci su ferro. Sempre il legislatore decide di tagliare le coperture che fino ad oggi hanno sostenuto le spese delle aziende per gli oneri di malattia del personale. Tali decurtazioni comporteranno costi aggiuntivi per le imprese che gestiscono il trasporto pubblico locale, determinando la conseguente necessità di una riduzione del servizio a compensazione.
Purtroppo dobbiamo prendere atto che le dichiarazioni sui social sono una cosa, ma i fatti restano altro: la necessità di aumentare le quote di trasporto sostenibile è solo oggetto di annunci ma non si traduce in atti concreti. Anzi, visti questi provvedimenti, ci dobbiamo preparare a nuovi tagli nei servizi, agli aumenti delle tariffe, al decadimento della qualità, a possibili esuberi di personale, all’aumento della mobilità privata e al perdurare dell’irrilevanza del trasporto merci su ferro a favore della gomma.
Il prossimo 25 luglio intanto era già stata calendarizzata una riunione unitaria con l’Assessore regionale ai trasporti al quale verranno poste le questioni relative alla tutela di lavoratori e dell’utenza del trasporto pubblico in Liguria alla luce dei tagli nazionali alle risorse destinate al nostro territorio.
Laura Andrei e Andrea Gamba sono rispettivamente segretario generale e segretario regionale Filt Cgil Liguria