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"Parole ignobili, di una gravità inaudita, che alimentano la rabbia di chi oggi vive un disagio economico e sociale, mettendo i penultimi contro gli ultimi". Questo il commento della Cgil di Frosinone e Latina alle parole proferite dal parroco di Sora don Donato Piacentini nei confronti degli immigrati durante l’omelia per i festeggiamenti del santo patrono della cittadina laziale: "Parole ancor peggiori se dette da un rappresentante della Chiesa che, anziché trasmettere gli insegnamenti del Vangelo e della cristianità, come carità, fratellanza e accoglienza, alimenta odio e razzismo nei confronti di chi fugge da guerre, fame, sevizie, alla ricerca di una vita migliore".
La Cgil territoriale evidenzia che "agire nell'esercizio delle proprie funzioni, per giunta religiose, agendo sulla disperazione delle persone è un atto inqualificabile. È più conveniente prendersela con i più deboli che alzare la voce con i potenti. Può disturbare vedere qualche migrante con il telefonino o con una catenina d’oro al collo, ma non si possono dimenticare le immagini di donne, uomini, bambini morti in mare. Che esiste un problema immigrazione è evidente, che deve essere affrontato evitando inutili contrapposizioni in modo astratto è necessario, e ne siamo tutti consapevoli; non è certamente però l’istigazione all'odio, alla violenza e alla sopraffazione la soluzione del fenomeno".
Per il segretario generale Anselmo Briganti le risposte ai bisogni degli italiani "si danno con politiche che rilanciano l’economia del nostro Paese e ridanno valore e dignità al lavoro, rigenerando così certezze e futuro alle persone. Non serve il becero populismo usando le ormai famose frasi 'prima gli italiani o la difesa della Patria', che appartengono a un periodo nefasto del nostro Paese che abbiamo combattuto e sconfitto". In conclusione, Briganti rimarca che la Cgil "non si arrenderà mai alla politica dell’odio, della violenza e della sopraffazione, continuerà a sostenere la politica dell’accoglienza e a sostenere con forza chiunque faccia della solidarietà e dell’umanità la propria bandiera".