"Da tempo, sosteniamo che il tema delle politiche abitative assuma, nell'attuale contesto, una priorità diversa rispetto al passato. Oggi, anche nel nostro territorio, l'emergenza è evidente e deve trovare, in ambito locale, ma anche in ambito nazionale, soluzioni diverse e innovative, nonché risorse adeguate. È finita l'epoca nella quale una percentuale consistente della popolazione poteva ambire all'acquisto della casa". Così la Cgil e Il Sunia di Bologna in un comunicato congiunto.
"L'aumento del lavoro povero tra i giovani, l'abbassamento generalizzato delle retribuzioni, ma anche delle pensioni, modelli di vita più flessibili rispetto al passato, che prospettano una maggior mobilità nella vita delle persone, la destinazione di una parte consistente del patrimonio immobiliare a destinazione turistica, affitti sempre più alti, soprattutto nelle città universitarie, che erodono ben oltre il 50% dei salari, l'assenza di un fondo per l'affitto strutturato e con sufficienti risorse, ci costringono a ragionare con urgenza di come affrontare nel Paese e sul territorio una vera e propria emergenza abitativa", continua il sindacato.
"A livello locale, la nostra contrattazione ha fatto passi in avanti, provando a mettere tutto il patrimonio pubblico finalmente a disposizione di chi ne ha diritto, ma anche cominciando un ragionamento finalizzato a trovare soluzioni di 'filiera abitativa'. Ma tutto ciò non basta. Da tempo, a livello nazionale, manca un ragionamento serio di sistema, che è mancato negli anni e con tutti i governi che si sono succeduti", aggiungono Cgil e Sunia.
"Per questo, ci preoccupano I recenti provvedimenti contenuto nel 'decreto Crescita', in materia di proroga dei contratti a canone concordato (che portano il rinnovo tacito da tre anni a due) o il non aver ancora provveduto a mettere a regime l'aliquota della cedolare secca al 10% per I canoni concordati, che scadrà il 31/12/2019. Ci preoccupa il fatto che anche a Bologna stiano aumentando gli sfratti per finita locazione, in un territorio dove trovare una casa è sempre più difficile e il fatto che la politica non prenda nemmeno in considerazione l'idea di ripristinare un adeguato fondo per l'affitto. A Bologna, è stato faticosamente ricostruito con risorse locali, ma non dispone certo di risorse sufficienti per i bisogni e le necessità che invece dovremo soddisfare", conclude il sindacato.