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"La transizione si fa coinvolgendo i territori e tenendo conto dei lavoratori interessati. I metalmeccanici che lavorano nelle due grandi centrali a carbone Enel di Brindisi e Civitavecchia sono tantissimi e nel passaggio non dovrà perdersi un solo posto di lavoro, anzi se ne dovranno creare di nuovi. Enel, che per decenni ha prodotto energia con il carbone nei due siti, ha il dovere sociale di presentare piani d'investimento sulle energie alternative per progetti industriali, non per progetti di piccolo cabotaggio che affronterebbero la questione solo marginalmente. La svolta occupazionale metalmeccanica può essere realizzata promuovendo consorzi territoriali, in grado di assicurare la produzione dei pannelli o degli impianti eolici senza dipendere dall'estero. Le date limite sono dietro l'angolo, lo è il 2025 italiano come il 2030 europeo. Noi siamo pronti al confronto, dati alla mano, mansione per mansione, sito per sito. Al governo, all'Enel e alla politica tutta chiediamo impegno e lungimiranza", conclude il sindacato.