Claudia e Alessandro, My Own Way, hanno deciso di partecipare alla marcia dell'8 marzo a Città del Messico separatamente. Normalmente affrontano insieme le manifestazioni, ma questa volta la situazione è diversa: per la prima volta in Messico, alcune aree della marcia sono riservate solo alle donne. Questa scelta radicale riflette l'esigenza di creare spazi sicuri in un mondo che, troppo spesso, condanna le donne alla violenza. Infatti, il 68% delle donne messicane ha subito molestie per strada, mentre sette su dieci hanno vissuto violenza, principalmente tra le mura di casa o in pubblico.

La marcia rappresenta una potente espressione di femminismo latinoamericano, che si distingue nettamente da quello europeo o statunitense. Qui, il femminismo è profondamente radicato nelle lotte quotidiane delle donne e abbraccia ideali anticapitalisti, antirazzisti e anticoloniali. Non si tratta solo di cercare giustizia, ma di riorganizzare completamente la società, mettendo in discussione le strutture che perpetuano violenza e disuguaglianza.

Claudia racconta della presenza del "Blocco Nero", un gruppo di donne che protegge le altre dalle aggressioni esterne, in particolare dagli attacchi della polizia e di uomini antifemministi. Lo scorso anno, la marcia ha visto la partecipazione di ben 180.000 persone, un dato che testimonia la forza della lotta. Tuttavia, oggi le manifestanti sono preoccupate per gli scontri con la polizia, che si prepara a fermare il corteo.

Nonostante le difficoltà, le donne marcianti sono unite nel ricordare che la lotta non riguarda solo il patriarcato, ma anche il capitalismo e l'oppressione globale. Le scritte sui muri lo sottolineano chiaramente: "Palestina libera", "Il Messico è femminicida", "Mi proteggono le mie amiche". Il femminicidio è una piaga terribile in Messico, con tre donne uccise ogni giorno, e la maggior parte dei crimini resta impunita.

La marcia si è conclusa nello Zócalo, la piazza principale della capitale, dove i familiari delle vittime di femminicidio hanno reso omaggio alle loro care. Mentre la città si prepara a cancellare ogni traccia della protesta, la battaglia per la giustizia continua e le donne messicane non smettono di lottare.