Il governo italiano conferma l'aumento della spesa militare, in perfetta linea con la tendenza mondiale dell'innalzamento della spesa per armi che continua a crescere. Un innalzamento che ha preceduto la guerra in Ucraina e con essa è accresciuto, spiega Giulio Marcon, attivista di Europe for peace e coordinatore della campagna Sbilanciamoci. Si tratta di denaro non solamente destinato a foraggiare la macchina mortale della guerra, ma che viene sottratto alla spesa pubblica per sanità e istruzione.
Di pari passo aumenta in modo preoccupante l'inquinamento dato dalla presenza sul terreno di guerra di munizioni e residui bellici, come nel caso dell'Ucraina, e che va a sommarsi a quello dovuto alla produzione e alla movimentazione di armi. Un disastro certificato dalla 'Mappa dei danni ambientali' redatta da Greenpeace insieme con la ong ucraina Ecoaction. A illustrarla Simona Abbate, che per l'organizzazione ambientalista e pacifista ha curato il rapporto.