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È di ieri la notizia che in una seduta del Consiglio Regionale del Lazio è stata approvata all'unanimità la proposta di legge 182/2019 in materia di promozione della parità retributiva tra i sessi, il sostegno dell'occupazione e dell'imprenditoria femminile di qualità e la valorizzazione delle competenze delle donne. Il Lazio è la prima regione in Italia a legiferare su questo versante.
La decisione è stata accolta con favore dalla Cgil capitolina. "Si tratta senza alcun dubbio di un importante passo per costruire nel nostro Paese e in primis nella nostra regione le condizioni necessarie per favorire e incrementare non solo l’accesso delle donne al lavoro ma soprattutto strumenti utili anche al consolidamento del rapporto di lavoro - si legge nella nota della Cgil Roma Lazio -. Perché il tema non è solamente creare buona occupazione, ma fare in modo che sia anche stabile.
Una legge che intende sovvertire il gap culturale per il quale il lavoro delle donne è spesso considerato un accessorio e che tenta di superare i dati impietosi sulla disoccupazione femminile, la non equa rappresentanza dei generi nei luoghi apicali che hanno determinato e stanno determinando i cambiamenti demografici, la povertà di genere in particolare nelle donne anziane e gli indirizzi politici finora assunti, tesi ad escludere le donne dalla partecipazione nel mondo del lavoro, nelle attività politiche e sociali.
A proposito della parità retributiva tra lavoratrici e lavoratori, con l’istituzione del Registro regionale delle imprese virtuose è previsto un sistema di premialità in favore delle imprese iscritte che attueranno la retribuzione di genere. Bene ricordare che tra i fattori che concorrono a creare disparità salariali tra uomini e donne, che rientrano nelle scelte aziendali, vi sono i superminimi ad personam dai quali spesso le donne sono escluse; la disponibilità delle ore straordinarie prestate condizionata dal lavoro di cura ancora troppo a carico delle donne; la presenza come condizione per i premi di produttività, quest’ultima a volte aggravata se le assenze riguardano il periodo di gravidanza o dei congedi parentali.
L’approvazione della legge da sola non basta - scrive il sindacato -. Sarà fondamentale la contrattazione di secondo livello, oltre a quella territoriale e sociale che riusciremo a fare. Tra le misure previste dalla legge, c’è l’erogazione di buoni per l’acquisto di servizi di baby-sitting e di caregiver quali strumenti per conciliare i tempi di vita e di lavoro. Strumenti che potranno essere utilizzati, in via sperimentale, anche dai padri lavoratori in congedo parentale in alternativa alla madre lavoratrice nell'ottica di promuovere una genitorialità e un lavoro di cura condivisi. Pensiamo possano essere validi strumenti, consapevoli che servirebbe un intervento più decisivo come l’estensione del congedo di paternità obbligatorio al pari dei paesi europei più evoluti o, in alternativa, premiare le aziende che favoriscono il congedo alle lavoratrici e ai lavoratori portando l’attuale 30% di rimborso garantito dall’Inps a una percentuale che arrivi se non traguardi il 100% della retribuzione.
Ribadendo il nostro apprezzamento per l’approvazione della legge regionale sulla parità salariale, sappiamo che c’è ancora tanto da fare, ma il percorso è tracciato, starà a tutte e tutti noi far applicare quella legge, farla vivere nella contrattazione e monitorare affinché le risorse messe a disposizione dalla Regione Lazio nei confronti delle aziende siano utilizzate correttamente per la realizzazione di una vera uguaglianza di genere sia sui luoghi di lavoro sia nelle politiche sociali".