La Fiom La Spezia ha organizzato un corso di lingua per gli operai stranieri della Fincantieri di Muggiano. Nel cantiere navale spezzino, infatti, oltre ai seicento dipendenti diretti, lavorano circa duemila operai delle diverse ditte in appalto. E almeno la metà di questi sono migranti. L’idea del sindacato è quindi nata “a bordo”. “Con molti colleghi è difficile comunicare, perché parlano male la nostra lingua – commenta Roberto vignali, Rsu Fiom -. Crediamo che la scuola sia un buon modo per coinvolgere dei colleghi che sono, e che stanno diventando sempre più, una parte importante nel nostro mondo”.
Il corso di italiano è partito in forma sperimentale nel marzo del 2019. È stata formata una prima classe 25 lavoratori perlopiù provenienti dal cantiere Muggiano. Vengono da Bangladesh, Marocco, Egitto, Romania, Afghanistan e Albania. E sono tutti dipendenti di ditte in appalto o subappalto alla Fincantieri. Per iniziare, il sindacato ha chiesto aiuto all’associazione culturale La Falena, che gestisce otto centri di accoglienza straordinaria per richiedenti asilo nel territorio di La Spezia. Ci si è quindi rivolti ai docenti del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti (Cpia). Dopo lo stop estivo di giugno, con la ripresa delle lezioni a settembre, s’erano già formate 2 classi nelle quali hanno ruotato più di 50 studenti-lavoratori.
“Siamo pronti a ripartire dal settembre prossimo – spiega Mattia Tivegna, segretario generale della Fiom La Spezia - perché grazie alla nostra tenacia abbiamo ottenuto un grande risultato. Con l’enorme lavoro svolto dalla Rsu Fiom abbiamo abbattuto un muro, quello della comunicazione, e abbiamo aperto una porta, quella della scuola”.
Un’esperienza, questa, possibile anche grazie alla collaborazione tra insegnanti, delegati, operai e impiegati volontari provenienti dal Muggiano. “Il nostro obiettivo è associare un percorso scolastico di alfabetizzazione efficace - continua Tivegna - alla formazione sui diritti e sulla sicurezza nel lavoro”. Tutto ciò per “costruire e consolidare la solidarietà tra lavoratori diretti italiani e lavoratori stranieri che lavorano in appalto. E che ha già prodotto un importantissimo risultato di lotta. Durante gli scioperi per difendere il cantiere dalla pandemia scoppiata a marzo i lavoratori delle ditte hanno aderito in maniera pressoché totale”. “Combattere per l’inclusione, l’integrazione, la legalità e la sicurezza di tutti i lavoratori – conclude -non può prescindere da una corretta comprensione e comunicazione”.