Presentato il Dossier statistico immigrazione curato dall'omonimo centro studi e ricerche, l'Idos. Nel rapporto molti numeri, ma anche i temi principali su di un tema del quale tanto si dibatte nel nostro Paese, ma sul quale le soluzioni non arrivano, continuando ad alimentare le sofferenze di coloro che arrivano in Italia per trovare lavoro e per fuggire dalla guerra, dittature e conseguenze dei cambiamenti climatici

Esplicativo il titolo del primo capitolo della presentazione: “Immigrazione, parola d'ordine: escluderli dai diritti. Decenni di cittadinanza paralizzata e discriminazioni normative e burocratiche in Italia”. Un capitolo nel quale si tratta della legge italiana sulla cittadinanza e si spiega come la crescita di richieste andate a buon fine è frutto di oltre un decennio di tentativi da parte dei migranti e di sanatorie ripetute. In realtà le politiche nazionali e locali “continuano a sbarrare la strada ai soli migranti” nell'acquisizione dei diritti di cittadinanza, in primis quello al welfare, anche rifiutando di procedere con l'approvazione di leggi sullo ius soli, o lo ius scholae, chiesti a gran voce dal mondo dell'associazionismo e dai cittadini scesi in piazza per chiedere diritti per i migranti

“Paesi sicuri”, ma a rischio, questo il secondo macro-tema del Dossier che "denuncia l'esclusione delle migrazioni climatiche nella valutazione delle domande di asilo ". Nella presentazione del rapporto si ricorda la vicenda dei migranti deportati in Albania, poi inviati nel suolo italiano, e che ha condotto il governo a rivedere la lista dei Paesi sicuri continuando a includere l'Egitto, dove esiste un problema di violazione dei diritti umani, e il Bangladesh non valutando la debolezza climatica dei suoi abitanti. 

Quindi si passa a “Omissioni di soccorso. In mare o negli uffici pubblici, per i migranti è sempre questione di vita”. Qui si enumerano le migliaia di migranti morti nel mediterraneo negli ultimi anni, puntando il dito contro la mancanza di un'adeguata strategia di ricerca e soccorso dei migranti in mare. Queste sono le omissioni “Più visibili e brutali”, ma non mancano anche i casi di “miganti regolarmente presenti in Italia” che “subiscono l'omissione quotidiana e silenziose, fortemente lesiva dei loro diritti e che, nei casi più gravi, ne causano la caduta nell'irregolarità. Sono i ritardi della Pubblica amministrazione nella gestione delle pratiche di soggiorno, di asilo e di tutti quei documenti di cui gli immigrati hanno diritto”. “E così non si abbandona solo in mare, ma anche negli uffici pubblici, soprattutto nelle grandi città”. 

Significativo quanto scrive Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche Idos , nell'introduzione dal titolo “Fino a quando?”: “Volevamo braccia, sono arrivate persone. E così, tranciato un braccio, abbiamo restituito sul pianerottolo il resto e una scatola. Col braccio dentro. Aveva 31 anni e si chiamava, la persona, italiano: Satnam Singh. Vogliamo manodopera qualificata, sbarchi selettivi. I taxi del mare, invece, continuano a  portarci i residui. Ma il destino vuole che dai trafficanti ai caporali il passo sia breve.

così a faticare in orario e fuori orario, per 3 euro l'ora, senza contratto e senza sosta, al gelo o all'afa rovente, sull'impalcatura di un palazzo o, dopati, nel chiuso asfissiante di una serra  anche a trent’anni il cuore cede. Anche a vent'anni ti convinci che uscire da questo inferno costa  solo il breve spasmo di una corda intorno al collo. Avevano, questi carichi residui, 23, 28, 40, 56  anni, e si chiamavano Mohamed, Kamel, Ohuimousa, Florian, Abderrazzak, Omar, Abdelkarim… e Joban Singh. Fino a quando ci accaniremo sulle loro vite difficili, con i capestri normativi e le forche  burocratiche di leggi bizantine, complicate da 26 anni di interventi restrittivi che hanno reso loro sempre più proibitivo mantenere (e recuperare) la condizione di regolarità?".

Fino a quando li terremo emarginati nei Cas e ghettizzati in baraccopoli, lasciando per anni  in sospeso le loro domande d'asilo e sequestrate le loro vite, sotto la gestione al ribasso di  affaristi ingordiE fino a quando infine, intenzionalmente tenuti in questo status giuridico incerto, proseguiremo a porgerli, senza diritti e senza tutela, su un piatto d'argento a sfruttatori senza  scrupoli, nei campi e nei cantieri, nelle aziende e sui mezzi di trasporto, negli alberghi e perfino, sì, perfino nelle nostre case?”.