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Laureata in lettere e filosofia all’Università Cattolica di Milano e insegnante in un istituto tecnico industriale di Reggio Emilia, Leonilde - per tutti Nilde - Iotti dopo l’8 settembre 1943 entra nelle fila della Resistenza operando nei Gruppi di difesa della donna. Segretaria dell’Udi a Reggio Emilia e membro del Consiglio comunale della città, nel 1946 è tra le ventuno madri costituenti.
Eletta per la prima volta nel 1948 alla Camera dei deputati, riconfermata per tutte le successive legislature - unica e unico parlamentare italiano a essere stata eletta ininterrottamente per 13 volte (14, contando anche l’Assemblea costituente) - il 29 giugno 1979 ne è eletta, prima donna nella storia, presidente.
Onorevoli colleghi - affermava nell’occasione - con emozione profonda vi ringrazio per avermi chiamato col vostro voto e con la vostra fiducia a questo compito così ricco di responsabilità e di prestigio. Voi comprenderete, io credo, la mia emozione. In questo alto incarico mi ha preceduto l’onorevole Pietro Ingrao, che fino a ieri ha diretto i nostri lavori con grande intelligenza e imparzialità, e prima ancora l’onorevole Sandro Pertini, oggi presidente della Repubblica, a cui va il mio deferente saluto. Ma in particolare comprenderete la mia emozione per essere la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire una delle più alte cariche dello Stato. Io stessa - non ve lo nascondo - vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l’affermazione di una loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita.
Manterrà la carica fino al 1992 (nel 1987 ottiene un incarico di governo con mandato esplorativo da parte del Presidente della Repubblica Cossiga che si conclude senza esiti; è la prima donna e la prima esponente comunista ad arrivare tanto vicino alla presidenza del Consiglio. Nel 1991, a seguito d'indiscrezioni secondo le quali lo stesso Cossiga voleva nominarla senatrice a vita, fa sapere di non essere interessata, preferendo rimanere presidente della Camera. Nel 1992 è infine la candidata, ancora una volta senza esito, alla Presidenza della Repubblica), lavorando ininterrottamente sino al 18 novembre 1999, quando, già gravemente malata (morirà poco più di due settimane dopo), si dimetterà tra gli applausi unanimi dell’intero schieramento parlamentare.
“Le confermo il sentimento di gratitudine del popolo italiano”, le scriverà l’allora il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
Così Massimo D’Alema da Istanbul: “Voglio sottolineare l’appassionato lavoro parlamentare degli ultimi anni per le riforme: Nilde Iotti si è conquistata sul campo il prestigio riconosciuto da tutte le forze politiche. Oggi si aggiunge la nobiltà di un atto che colpisce e dispiace per le condizioni di salute che lo motivano, ma le cui ragioni ideali esprimono la coerenza di fondo con una concezione alta della politica e delle istituzioni”.
“Lascio con rammarico dopo oltre cinquant'anni di lavoro il mio incarico di parlamentare - diceva lei stessa - Mi auguro che lo spirito di unità per cui mi sono sempre impegnata prevalga nei confronti dei pericoli che minacciano la vita nazionale. Vi ringrazio per la cortesia”.
“Non ho nulla da aggiungere - commenterà dal suo scranno di presidente Luciano Violante - quello che potrei aggiungere sarebbe un po' retorico e so che l’onorevole Iotti è una donna molto rigorosa e laica anche in questo, non apprezzerebbe un eccesso di parole. Resta rispetto per la sua vita, rispetto per i valori che lei ha difeso, rispetto per la donna che ha chiesto di lasciare quest'aula. Credo che il Parlamento troverà il modo di riflettere su questa figura politica di straordinaria rilevanza nel movimento democratico italiano, per la enorme dignità con cui ha gestito tutte le sue funzioni politiche e in particolare quella di presidente di questa Camera”.
Le dimissioni di Nilde Iotti saranno accettate al primo turno e per alzata di mano dalla Camera dei deputati che le tributerà, tutta in piedi, un lunghissimo applauso. Il suo posto alla Camera verrà preso da Marisa Abbondanzieri, 43 anni, di Arcevia (Ancona), insegnante elementare ed ex sindaco della cittadina marchigiana. Dopo 42 anni d'insegnamento (con la breve parentesi dell’attività parlamentare) il 1° settembre 2017 Marisa Abbondanzieri va in pensione. Scrive ai suoi studenti:
È arrivato il momento di salutarci, termina l’anno scolastico e con esso la mia storia di insegnante iniziata il 5 ottobre 1975 qui vicino, a Montecarotto. Quarantadue anni di splendide esperienze, interessanti e pieni di incontri: gli alunni, le alunne, i genitori, il personale scolastico e gli insegnanti. Del resto l’insegnante è il mestiere più bello del mondo! Voi siete l’ultimo gruppo di alunni che si aggiungono a molti altri: cinquantatré tra splendide ragazze e splendidi ragazzi con i quali ho passato due anni importanti. Ho cercato di darvi ogni volta il meglio di quello che so fare, almeno credo, voi mi avete dato il bello della vostra età, della vostra vivacità e intelligenza, quindi come spesso vi ho detto alla fine della mattinata: è stato bellissimo. Spero di avervi insegnato un po’ di cose che giudico molto importanti. Ve ne lascio scritte alcune.
1) Sappiate di vivere nella parte più “facile” del mondo, c’è chi non si trova altrettanto “comodo”;
2) Sappiate dire buongiorno, per piacere, grazie e scusa: sarete sempre persone migliori;
3) Guardate alla vita come a un bicchiere mezzo pieno, ricordate il gioco che facevamo all’inizio della mattinata?
4) Non dimenticate: le parole e il loro significato sono importanti ed hanno un grande potere;
5) Leggete sempre un po’: si è più felici;
6) Ascoltate buona musica: nei momenti più difficili ci aiuta molto.Sicuramente capiterà di incontrarci nei prossimi anni e mi auguro di trovarvi disponibili, sensibili e aperti alle esperienze che il mondo e la vita vi proporrà.
Studiate per voi.
Pensare costa fatica, scegliere costa fatica, giudicare costa fatica. Faticare è dunque, anche nell’era tecnologica, la “condanna” che tocca all’homo sapiens: chi non fatica è perduto.
Considerate un buon progetto quello di realizzare sogni e desideri; con un po’ di buona volontà e di fortuna ci si riesce.