“Nessuno può assistere impassibile alla strage che si sta perpetrando nei luoghi di lavoro in Veneto, con la cadenza di tre morti ogni due settimane dall’inizio dell’anno e oltre 100 mila infortuni più o meno gravi che colpiscono con aumentata frequenza uomini e donne e che non sempre, soprattutto nell’area del lavoro precario, vengono denunciati”. A dirlo è Tiziana Basso, segretaria regionale Cgil: “Tutto ciò è inaccettabile. Il lavoro che deve essere fonte di vita, in termini di reddito, di realizzazione di sé, di valore sociale, non può diventare causa di lutti, di menomazioni, di malattie contratte nel fare il proprio mestiere".
Secondo la segretaria della Cgil Veneto, "troppe sottovalutazioni, giustificate, ma non giustificabili, con la crisi hanno indotto a un abbassamento diffuso della prevenzione, mentre i mutamenti organizzativi e tecnologici non sempre vengono accompagnati dalla corretta informazione e preparazione dei lavoratori sul piano infortunistico". Occorre una svolta decisa su questo versante e la Cgil "intende attivarsi in tutti i modi, non solo attraverso la contrattazione, affinché si realizzi nel Veneto una grande campagna di formazione dei lavoratori, soprattutto delle piccole imprese sparse nel territorio, sui temi della salute e sicurezza nel lavoro".
La Cgil intende anche avviare confronti con gli Spisal e con gli organi ispettivi affinché si intensifichino i controlli sul piano della sicurezza creando sinergie nell’azione di accertamento, ma anche sollecitando dotazioni organiche adeguate. "Gli incidenti sul lavoro non sono una fatalità – conclude Basso –. Operare per una migliore sicurezza è un dovere da parte in primo luogo delle aziende, ma anche delle istituzioni che devono incentivare (e premiare) gli investimenti nella protezione dei lavoratori anche in qualità di stazioni appaltanti”.